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282 | il filocolo |
trasmutato, solo il conoscimento antico e il parlare dagl’iddii mi fu lasciato. Né mai mancarono lagrime a’ dolenti occhi, i quali nel mezzo di questa posti, da essi, come da due naturali vene, surge ciò che questa fontana tiene fresca, come voi vedete. E quella verdura sottile, che in alcuna parte copre le chiare onde, fu il velo della bella giovane col quale io coperto m’era quel giorno che con tanto affetto la morte disiderava, acciò che sotto la sua ombra, pensando di cui era stato, mi fosse piú dolce il morire: e, come vedete, ancora mi copre, ed èmmi caro. Ora per le mie parole potuto avete tutto il mio stato comprendere, il quale io quanto piú brevemente ho potuto t’ho dichiarato: non ti sia dunque grave il manifestarmi a cui io mi sono manifestato».
Ascoltando Filocolo le parole di Fileno, si ricordò lui di tutto dire la veritá, e cominciò quasi per pietá a lagrimare, e cosí gli rispose: «Fileno, pietá m’ha mosso de’ tuoi casi a lagrimare; e certo io sovverrò al tuo dimando, poi che al mio se’ stato cortese, e non senza consolazione delle tue lagrime ascolterai le mie parole. E primieramente siati manifesto che io mi chiamo Filocolo, e sono di paese assai vicino alla tua terra, nato di nobili parenti, e per quello signore per lo quale tu in lagrime abbondi e in dolore, io similmente pellegrinando d’acerbissima doglia pieno vo per lo mondo. E, appresso, quel Florio, il quale tu mi nomini, io conosco troppo bene, e non è guari che io il vidi, e con lui parlai, e tanto dolente per le parole sue il compresi, che mai sí doloroso uomo non vidi. Ma certo egli, per quel ch’io intendessi, ha ben ragione di vivere dolente, però che il re suo padre quella bella giovane Biancofiore, la quale tu giá amasti, vendé a’ mercatanti come vilissima serva. I quali mercatanti lei sopra una loro nave trasportarono via, e dove non si sa: per la qual cosa egli, non sappiendo che si fare, muore di dolore. Onde s’egli a te nuocere voleva, di tale ingiuria gl’iddii l’hanno ben pagato, avvegna che la tua fuga gli spiacque e fugli noia. E però non pur crescere in angoscia, ma con ciò sia cosa che a te siano molti compagni e in simiglianti affanni, e io sia uno di