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libro terzo | 275 |
e il grande amore che ho portato e porto a Biancofiore è da molti saputo: per la qual cosa nuovo dubbio m’è nell’animo novamente nato. Noi non sappiamo certamente in che parte Biancofiore sia stata portata, né alle cui mani ella sia venuta, onde io cosí dico: se egli avvenisse che noi forse portati dalla fortuna pervenissimo lá ove Biancofiore fosse, tale persona la potrebbe avere, che sentendo il mio nome, di noi dubiterebbe, e lei occultamente terrebbe infino che nel loco dimorassimo, e massimamente i mercatanti, che di qua la portarono. E se forse lei possente persona tenesse, sentendomi nel suo paese, ragionevolmente m’avrebbe a sospetto, e di quello mi caccerebbe, o in quello forse occultamente m’offenderebbe, o lei guardando da’ nostri aguati, con maggiore guardia serverebbe: per la qual cosa, acciò che ’l mio nome non possa porgere ad alcuni temenza, o insidie a noi, mi pare che piú non si deggia ricordare, ma che in altra maniera mi deggiate chiamare, e il nome il quale io ho a me eletto è questo: Filocolo. E certo tal nome assai meglio che alcun altro mi si confá, e la ragione per che io la vi dirò. Filocolo è da due greci nomi composto, da e ‛philos’e da e ‛colon’; e ‛philos’in greco tanto viene a dire in nostra lingua quanto ‛amore’ e ‛colon’in greco similmente tanto in nostra lingua resulta quanto ‛fatica’: onde congiunti insieme, si può dire, trasponendo le parti, Fatica d’Amore. E in cui piú che in me fatiche d’amore sieno state e siano al presente non so: voi l’avete potuto e potete conoscere quante e quali esse sieno state, sicché, chiamandomi questo nome, l’effetto suo s’adempierá bene nella cosa chiamata, e la fama del mio nome cosí s’occulterá, né alcuno per quello spaventeremo: e se necessario forse in alcuna parte ci fia il nominarmi dirittamente, non c’è però tolto. Piacque a tutti l’avviso di Florio e il mutato nome, e cosí dissero da quell’ora inanzi chiamarlo, infino a tanto che la loro fatica terminata fosse con grazioso adempimento del loro disio.
Mentre la notte con le sue tenebre occupò la terra, i giovani si riposarono, e la mattina levati, accesero sopra gli altari di Marmorina accettevoli sacrificii al sommo Giove, a