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274 il filocolo


Piangendo allora la reina, che pure Florio fermo a tale andata vedeva, cosí disse: «Figliuolo, poi che né priego né pietá ti può ritenere, prendi questo anello, e teco il porta, e ognora che ’l vedi della tua misera madre ti ricorda. Egli fu dell’antichissimo Iarba re de’ Getuli, mio antico avolo: e acciò che tu piú caro il tenga, siati manifesto ch’egli ha in sé mirabile virtú. Egli ha potenza di fare grazioso a tutte genti colui che seco il porta, e le cocenti fiamme di Vulcano fuggono e non cuocono nella sua presenza, né è ricevuto negli ondosi regni di Nettunno chi seco il porta. Il mio padre, pacificato col tuo, quando a lui per isposa mi congiunse, il mi donò acciò che graziosa fossi nel suo cospetto. Egli ti potrá forse assai valere se ’l guardi bene. Priegoti, se vuoi, che il tornare sia presto: e priego quegl’iddii, li quali, vinti da’ molti prieghi, graziosamente ti ci donarono, che essi ti guardino e conservino sempre, e a noi tosto con allegrezza ti rendano» . Prese Florio l’anello, e quello per caro dono ritenne; e lei lasciata, a’ suoi compagni si ritornò.

Sentí Feramonte, duca di Montorio, di presente, l’inganno fatto a Florio, e la partenza che far doveva de’ suoi regni; onde egli chiamato Fineo, valoroso giovane e suo nipote, la signoria di Montorio infino alla sua tornata gli assegnò, e senza alcuno dimoro a Marmorina se ne venne a Florio. Il quale, lui e i compagni trovati, narrata la cagione della sua venuta, pregò Florio che in compagnia gli piacesse di riceverlo in tale affare. Il quale Florio ringraziò assai, e lui per compagno benignamente ricolse, pregandolo ch’egli s’apprestasse per venire il seguente giorno.

Acconci i molti arnesi e i gran tesori nella bella nave, e Florio e’ suoi compagni e’ servidori tutti di violate veste vestiti, e i corredi della ricca nave e i marinari similmente, la notte sopravvenne, e i suoi compagni per riposarsi in una camera insieme se n’andarono, nella quale del loro futuro cammino entrati in diversi ragionamenti, Florio cosí cominciò a parlare: «Cari amici, quanto la potenza del mio padre sia grande a tutto il mondo è manifesto, e similmente ch’io gli sia figliuolo,