Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/274

270 il filocolo

ch’io trovi colei cui voi con inganno m’avete levata, né mai nella vostra presenza credo di ritornare se lei non ritrovo, la quale ritrovata, forse a voi con essa ritornerò: priegovi che vi piaccia ch’io vada con la vostra volontá». Udendo il re queste cose, il suo dolore raddoppiò, e, non potendo le lagrime ritenere, alzò il viso verso il cielo, dicendo: «O iddii, levimi per la vostra pietá la morte da tante tribolazioni! Non si distendano piú i giorni miei: troppo son vivuto! Chi avrebbe creduto ch’io fossi venuto nell’ultima etá ad affannare?». Poi rivolto a Florio cosí gli disse: «O caro figliuolo, che mi domandi tu? Tu sai ch’io non ho, né ebbi mai altro figliuolo che te, e in te ogni mia speranza è fermata. Tu devi il mio grande regno possedere, e la tua testa si dee coronare della mia corona. Tu vedi che la mia vita è poca oramai, e i miei vecchi membri ciascuno cerca di riposarsi sopra la madre terra: la quale vita se forse troppo ti pare che duri, prendi al presente la corona. Oimè, or che cerchi tu, poi che a tanto onore se’ apparecchiato? Dove ne vuo’ tu ire? Che vuo’ tu cercare? E chi sará colui, mentre che tu vivi, che nell’ultimo mio di degnamente mi chiuda gli occhi? Oimè, caro figliuolo, dalla nativitá del quale in qua i’ ho sempre per te tribolazioni intollerabili sostenute, concedi questa sola grazia a me vecchio. Fammi questa sola consolazione, che io sopra la mia morte ti possa vedere. Statti meco que’ pochi giorni che rimasi mi sono della presente vita. A te non si conviene d’andare cercando quello che cercare vuoi: e se pure cercare vuoi colei, falla cercare ad altri, o indugiati dopo la mia morte a ricercarla, però che male sarebbe, se io in quel termine che tu fuori del reame stessi, passassi ad altra vita, e convenisse che tu fossi cercato».

Florio allora cosí rispose: «Padre, impossibile è che io rimanga, e veramente io non rimarrò: io in persona sarò colui che la cercherò; e se voi mi concedete ch’io vada, io v’andrò, e se voi non lo mi concedete, ancora andrò. Dunque piacciavi ch’io vada con la vostra licenza, acciò ch’io, della vostra grazia avendo buona speranza, se mai avviene che io