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268 il filocolo

questo non bastandogli, acciò che piú intero il suo iniquo volere si fornisse, lei a morte falsamente fece condannare: ma gl’iddii che le malfatte cose non sostengono, prestandomi il loro aiuto, fecero sí ch’io di tal pericolo la liberai. Della qual cosa il mio padre dolente, dopo lungo indugio vedete quello che egli ha fatto: che egli lei, sí come vilissima serva, a’ mercatanti ha venduta, e mandatala non so in che parte. E perché questo non pervenisse a’ miei orecchi, falsamente mostrò che Biancofiore di subita infermitá morta fosse, un’altra giovane morta in forma di lei sotterrando: della qual cosa io sono senza fine turbato. E certo, se lecito fosse di mostrare la mia ira contra al mio padre e alla mia madre, io non credo che mai di tale accidente tale vendetta fosse presa qual io prenderei! Ma non m’è lecito, e dubito che gl’iddii ver me non se ne crucciassero. Ora è mio intendimento di giá mai posare, infino a tanto che colei cui io piú che altra cosa amo, ritrovata avrò. Ciascun clima sará da me cercato, e niuna nazione rimarrá sotto le stelle la quale io non cerchi. Io sono certo, in qual parte ella sia, se noi vi perverremo, la fama della sua gran bellezza ce lo manifesterá, né ci si potrá occultare. Quivi, o per amore o per ingegno o per denari o per forza intendo di riaverla. E però ho fatto chiamare voi, sí come a me piú cari, per caramente pregarvi che della vostra compagnia mi sovvegnate, e meco insieme volontario esilio prendiate: e massimamente te, Ascalione, le cui tempie giá per molti anni bianchissime, piú riposo che affanno domandano, acciò che sí come padre e duca e maestro ci sii, perché tutti siamo giovani, e niuno mai fuori de’ nostri paesi uscí. E il ricercare i non conosciuti luoghi senza guida ci saria duro, né ti dispiaccia la nostra giovane compagnia, però che come figliuoli i tuoi passi divotamente seguiremo. E in veritá questo, di che io te e gli altri priego, e il mio partire di qui, credo che degl’iddii sia piacere, acciò che i miei giovani anni non si perdano in accidiose dimoranze: con ciò sia cosa che noi non ci nascemmo per vivere come bruti, ma per seguire virtú, la quale ha potenza di fare con volante fama le memorie degli