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libro terzo 263

ziosamente, e quell’amore che tra noi nel mortale mondo è stato, sia nell’eterno». E questo detto, si levò di sopra la sepoltura, la quale dalle sue lagrime era tutta bagnata, e tirato fuori l’aguto ferro, dicendo: «Il misero titolo della tua sepoltura, o Biancofiore, sará accompagnato da quello del tuo Florio», si volle ferire con esso nell’angoscioso petto. Ma la dolente madre con fortissimo grido prese il giovane braccio e disse: «Non fare Florio, non fare, rattempera la tua ira, e non voler morire per colei che ancora vive». Il romore si levò grandissimo nel tempio, e il pianto e le grida non lasciavano udire niuna cosa. Ma poi che Florio da molti fu preso, e trattogli della crudele mano l’aguto coltello, egli piangendo disse: «Perché non mi lasciate morire, poi che la cagione m’avete porta? Questa morte potrá indugiare alquanto ma non fallire. Consentite inanzi ch’io muoia ora, ch’io viva con piú dolore infino a quel termine che, senza essere tenuto, mi fia lecito d’uccidermi». «O caro figliuolo, perché il tuo padre e me, e tutto il nostro regno tanto vuoi far miseri? Confortati, che la tua Biancofiore vive.» A cui Florio rivolto disse: «Le vostre parole non mi inganneranno piú; con niuna falsitá piú potrete la mia vita prolungare». «Certo» disse la reina, «ciò che della sua morte t’abbiamo parlato, senza dubbio è stato falsamente detto: ma al presente noi non ti mentiamo.» «E come poss’io credere» disse Florio, «che voi ora diciate il vero, se per adietro usati siete di mentire?» Disse la reina: «Di questo veramente mi puoi credere al presente; e se ciò forse credere non volessi, i tuoi occhi te ne possono rendere testimonianza, che questa che qui giace è un’altra giovane, e non Biancofiore». «E come questo esser può» disse Florio, «che tutta Marmorina piange la morte sua, e ciascheduno rende testimonianza d’averla veduta mettere in questo luogo?» «Di ciò non mi maraviglio» disse la reina, «che certo quelli che qui la misero credono che ella sia. Ma noi per darti questo a credere, acciò che tu la dimenticassi, demmo la voce che morta era Biancofiore, e una giovane morta in quell’ora che tal voce demmo, tratta dalla sua sepoltura occultamente, ornata de’