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258 | il filocolo |
insino che alle reali case pervenne. Nelle quali entrato con la sua compagnia, e da cavallo smontato, e salendo su per le scale, la perfida madre gli si fè incontro con dolente aspetto. A cui Florio, come la vide, dimandò che di Biancofiore fosse, se migliorata era, e come stava, ché egli avanti venire non la vedeva. Alla cui domanda la madre niente rispose, ma abbracciandolo cominciò a lagrimare, e lui menò davanti al padre che nella gran sala sedeva, vestito di vestimenti significanti tristizia, tenendo crucciato aspetto, con molta compagnia.
Levossi l’iniquo re alla venuta del figliuolo, e fattoglisi incontro, lui teneramente abbracciò e baciò, dicendo: «Caro figliuolo, assai mi sarebbe stato caro che ad altra festa la tua tornata fosse stata, o almeno piú sollecita, acciò che lecito ti fosse stato d’aver veduta la vita in colei, la cui morte ora con pazienza ti conviene sostenere: e però come savio, con forte animo ascolta le mie parole. E siati manifesto che la bellissima Biancofiore è stata chiamata al glorioso regno, lá ove le sante opere sono guiderdonate. E in quello Giove e gli altri beati della sua andata si rallegrano, i quali, invidiosi forse di tanto bene quanto noi per la sua presenza sentivamo, l’hanno a loro fatta salire. E ben che ella lietamente viva ne’ nuovi secoli, a noi grandissima noia ne’ cuori di tale partita è rimasa, però che infinito amore le portavamo, sí per la virtú e per la piacevolezza di lei, e sí per I’ amore che sentivamo che tu le portavi. Ma però che né nuova cosa né inusitata è stata la sua partita, ma cosa la quale ogni giorno avvenire veggiamo, e a noi similmente con forte animo aspettarla conviene senza speranza di poterla fuggire, ci conviene con pazienza tale accidente sostenere, e prendere conforto: però che sapere dobbiamo che per grieve doglia da noi sostenuta non sarebbe a noi renduta la cara giovane. Adunque, caro figliuolo, confortati, ché se gl’iddii ci hanno costei tolta, elli non ci hanno levato il poterne una piú bella cercare e averla. Noi te ne troveremo una la quale piú bella e di reale prosapia sará discesa, e a te in loco di Biancofiore per cara sposa la congiungeremo. Certo ella nella sua vita affannata da mortale