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libro terzo 245

forze, per la qual cosa i mercatanti prosperamente con la loro nave andavano a’ disiderati liti. Ma Biancofiore, che ora conosceva manifestamente il tradimento dello iniquo re, quivi venuta, con continuo pianto e con piú grave doglia, veggendosi dalli occidentali liti allontanare, incominciò a piagnere, e a dire cosí: «Oimè, dolorosa la vita mia, ove sono portata? Chi mi toglie da’ dolci paesi o v’io lascio l’anima mia? O Amore, solo signore della dolorosa mente, quanti e quali sono i mali, che io, per essere fedelissima soggetta alla tua signoria, sostegno! Ma tra gli altri notabili, come tu sai, io per te ebbi a morire di vituperevole morte, avvegna che per te simigliantemente da quella campassi, e ora, come vilissima serva venduta, per te, non so dove io mi sia portata. Se queste cose fossero manifeste, chi s’arrischierebbe mai a seguire tua signoria? Deh, perché non mi uccidesti tu avanti, quando ne’ begli occhi di Florio m’apparisti, che ferirmi, acciò che io per la tua ferita tanto male dovessi sostenere? Oimè, ch’io non so quali liti saranno da me cercati, né alle cui mani io misera debbo venire. Ma a niuno ne verrò che uguale tristizia non sia la mia, poi ch’io lascio il mio Florio. Dove, o misera fortuna, ricorrerò per conforto, con ciò sia cosa che ogni speranza fuggita mi sia di potere mai lui rivedere? Io sono portata lontana da lui ed egli nol sa: dunque dove sarò da lui ricercata? E io come potrò lui ricercare, ché la mia liberta è stata venduta a costoro infiniti tesori? Ahi misera vita, maledetta sia tu, che si lungamente in tante tribolazioni mi se’ durata! O dolcissimo Florio, cagione del mio dolore, gl’iddii volessero che io veduto mai non ti avessi, poi che per amarti tante tribolazioni e tante avversitá sostener mi conviene. Ma certo se io mai rivedere ti credessi, ancora mi sarebbe lieve il sostenerle. Oimè, or che colpa ho io se tu m’ami? Io mi reputai giá grandissimo dono degl’iddii avere avuto da te soccorso, quando per te credetti morire nelle cocenti fiamme: ma certo io ora avrei molto piú caro l’essere stata morta. Io non so che mi fare. Io disidero di morire, e intanto mi veggio miserissima, in quanto io veggio alla morte rifiutarmi. Ora