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244 il filocolo

Biancofiore, che i segreti ragionamenti e l’abito de’ mercatanti e i ricevuti tesori tutti avea veduti, e il tacito stile che il re nella sua partenza teneva, e similmente l’unica servitrice a lei donata, e le ingannevoli parole della reina che detto l’aveva: ‛Vieni, che il tuo Florio viene’, nella mente ogni cosa notata, tra sé dolendosi incominciò a dire: «Oimè, ch’è questo? In sí fatta maniera non sogliono andare le giovani a’ loro sposi, anzi si sogliono fare grandissime feste, e io con taciturnitá sono cercata di menar via. Né ancora si sogliono per le mie pari da’ mariti mandare tesori, anzi ne sogliono ricevere. Né ancora costoro paiono uomini atti a portare ambascerie di sí fatte bisogne, ma mi sembrano mercatanti; e i segreti mormorii mi danno cagione di dubitare. E ove s’usa ancora una giovane andare a sí fatto sposo, quale egli dice che m’ha donato, con una sola servitrice? Oimè, che tutte queste cose mi manifestano che sono ingannata! Io misera, nata per aver male, non maritata ma venduta credo ch’io sono, come schiava da’ pirati in corso presa. Oimè, che farò? Come io mi sia, o venduta o maritata, come potrò io abbandonare il bel paese ove il mio Florio dimora?». E questo dicendo, incominciò sí forte a piangere, che a forza mise pietá ne’ crudeli cuori del re e della reina. Ma il re ciò non sofferse di stare a vedere, anzi si partí per paura di non pentersi, e la seconda volta comandò che portata ne fosse.

Giá lasciava Febo veder la sua cornuta sorella disiosa di tornare alquanto con la sua madre, quando i mercatanti, apparecchiati i cavalli, levarono Biancofiore di braccio alla reina semiviva, e con Glorizia insieme, di quindi partendosi, la ne portarono. E pervenuti alla loro nave, contenti di tale mercatanzia, lei sopra quella posero, apparecchiando la piú onorevole parte d’essa, e pregando gl’iddii che prospero viaggio loro concedessero. E date le vele ai venti, si partirono con Biancofiore da’ vietati porti, comandando che ricercati fossero i lasciati liti di Soria.

Zefiro ancora non era stato da Eolo richiuso nella cavata pietra, anzi soffiando correva sopra le salate onde con le sue