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fuori a mostrar festa, per debolezza perí. Ma poi che quelle tornate ciascuna nel suo luogo furono, Biancofiore s’andò ad ornare. Ella i dorati capelli con sottile artificio mise nel dovuto stile, e, sé di nobilissimi vestimenti vestita, sopra la testa si mise una bella e leggiadra coronetta, e con lieti sembianti cominciò ad attendere, disiderosa d’udire: ‛Ecco Florio!’.

Il re fece chiamare i due mercatanti, e con loro senza altra compagnia se n’entrò in una camera, e disse loro: «Voi vedrete di presente venire una creatura di paradiso in questo luogo, la quale sará al vostro piacere, se assai tesori avete recati». E questo detto, comandò che Biancofiore venisse. Allora la reina disse a Biancofiore: «Andiamo nella gran sala, non dimoriamo qui, acciò che di lontano possiamo vedere il caro figliuolo». Mossesi Biancofiore soletta dietro alla reina, e venne nel luogo ove i due mercatanti dimoravano. E come l’aria, di nuvoli piena, porge alla terra alcuna oscuritá, la quale poi, partendosi i nuvoli, dai solari raggi con lieta luce è cacciata, cosí pareva che dove Biancofiore giungeva, nuovo splendore crescesse. Videro i mercatanti la bella giovane, e, ripieni d’ammirazione, appena credettero che cosa mondana fosse, dicendo tra loro che mai si mirabile cosa piú era stata veduta. Elli comandarono che di presente tutti i loro tesori fossero portati davanti al re, i quali venuti in grandissima quantitá, cosí dissero: «Signore, senz’altro mercatare, de’ nostri tesori prendete quella quantitá che a voi piace, ché noi non sapremmo a cosí nobile e preziosa cosa porre prezzo alcuno». «Assai mi piace», rispose il re. E di quelli prese quella quantitá che a lui parve e l’altra rendé loro. Ed essi, contenti di ciò che fatto aveva il re, sopra tutto ciò che preso aveva, gli donarono una ricchissima coppa d’oro, nel gambo e nel piè della quale con sottilissimo artificio tutta la troiana ruina era smaltata, cara e per magisterio e per bellezza molto. Dopo i ricevuti tesori, il re con sommessa voce cosí parlò a’ mercatanti: «A voi conviene, poi che comperata avete costei, senza niuno indugio dare le vele a’ venti, né piú in questi paesi dimorare, non forse nuovo ac-