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libro terzo 231

cosa! E che questo sia vero, davanti a noi infiniti esempli a fortificare il mio parlare se ne trovano. E volendo dalla origine del mondo incominciare, si troverá la prima nostra madre per lo suo ardito gusto essere stata cagione a sé e a’ discendenti d’eterno esilio da’ superiori reami. E questo malvagio principio in tanto male crebbe, che la prima eta nello allagato mondo tutta peri, fuori che Deucalione e Pirra, a cui rimase la fatica di ristaurare le perdute creature. Ma posto che la quantitá delle femine mancasse, la vostra malvagitá nella poca quantitá non mancò. E non era ancora reintegrato il numero degli annegati, quando colei che l’antica Babillonia cinse di fortissime e alte mura, presa dalla libidinosa volontá col figliuolo si giacque, faccendo poi per ammenda del suo fallo la scellerata legge che il bene placito fosse licito a ciascuno. O cuore di ferro che fu quello di costei! Quale altra creatura, fuori che femina, avrebbe potuto sí scellerata cosa ordinare, che, conoscendo il suo male, non s’ingegnasse di pentere, ma s’argomentasse d’inducervi i soggetti? E ancora che questo fosse grandissimo fallo, quanto fu piú vituperevole quello che Pasife commise, la quale il vittorioso marito, re di cento cittá, non sostenne d’aspettare, ma con furiosa libidine essere da un toro ingravidata sostenne? Fu ciascuno dei detti falli scelleratissimo, ma nullo fu sí crudelmente fatto, come quello che Clitennestra miseramente commise: la quale, non guardando alla debita pietá del marito, il quale in terra era stato vincitore di Marte, per mare di Nettunno, ma presa dal piacere d’un sacerdote, rimaso ozioso ne’ suoi paesi, consentí che egli portasse ad Agamennone il non perfetto vestimento, e, in quello vedendolo avviluppato, Egisto miserabilmente l’uccise, acciò che poi senza alcuna molestia i loro piaceri potessero mettere in effetto. Quanto fu ancora la lascivia d’Elena, la quale, abbandonando il proprio marito, e conoscendo ciò che doveva della sua fuga seguire, anzi volle che il mondo perisse sotto le armi ch’ella non fosse nelle braccia di Paris, contenta che per lei si possa eternalmente dire Troia essere distrutta e i Greci morti crudelmente! Quanta