il cavato monte Aventino, nel quale Caco nascose le ’mbolate vacche ad Ercole, strascinate nelle cave di quello per la coda. Ma dopo lungo affanno pervenne nell’eccellentissima cittá di Roma, ov’egli d’ammirazione piú volte ripieno fu, veggendo le magnifiche cose, inestimabili da ogni alto intelletto senza vederle: e in quella vide il Tevere, a cui gl’iddii concedettero innumerabili grazie. Egli vide l’antiche mura d’Alba, e ciò che era notabile nel paese. Ma quivi non fermandosi, volgendo i suoi passi a mezzogiorno, si lasciò dietro le grandissime Alpi e i monti i quali aspettavano l’oscurissima distruzione del nobile sangue d’Aquilone, e pervenne a Gaeta, eterna memoria della cara balia d’Enea. E da quella pervenne per le salate onde a Pozzuolo, avendo in prima vedute l’antiche Baie e le sue tiepide onde, quivi per sostenimento degli umani corpi poste dagl’iddii. E in quel luogo veduta l’abitazione della cumana Sibilla, se ne venne a Partenope; né quivi ancora fermato, cercò li campi de’ Sanniti, e vide la loro cittá. Donde partitosi, volgendo i passi suoi, vide l’antica terra di Capo di Campagna posta da Capis, e, quindi partendosi, pervenne tra li salvatichi e freddi monti d’Abruzzi, tra’ quali trovò Sulmona, riposta patria del nobilissimo poeta Ovidio. Nella quale entrando, cosí cominciò a dire: «O cittá graziosa a ciascuna nazione per lo tuo cittadino, come poté in te nascere e nutricarsi uomo, in cui tanta amorosa fiamma vivesse quanta visse in Ovidio, con ciò sia cosa che tu freddissima e circondata da fredde montagne sia?»; e questo detto, reverente per lo mezzo di quella trapassò. E continuando i lamentevoli passi, si trovò a Perugia, dalla quale partitosi, de’ cammini ignorante, pervenne alle vene Adoncie, onde le chiarissime onde dell’Elsa vide uscire. Dopo le quali discendendo, venne infino a quel loco dove l’Agliena, nata nelle grotte di Simifonte, in quella mescola le sue acque e perde nome. E quindi guardandosi dattorno, vide un bellissimo piano, per lo quale volto a man destra, faccenda dell’onde dell’Agliena sua guida, non molto lontano al fiume andò, ch’egli vide un picciolo monticello levato sopra il piano, nel quale uno altis-