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libro terzo 219

minosi luoghi adoperi i santi dardi. Ella con teco quasi d’un principio nata, di tutti i tuoi beni è guastatrice. E le piú volte avviene che di quella infermitá onde ella ha maggior paura, è piú spesso assalita e oppressa infino alla morte. Oltre a’ miseri miserissimo si può dire colui che seco l’accoglie in compagnia.

Florio s’apparecchia con diliberato animo di nuocere a Fileno: la qual cosa la santa dea conoscendo dagli alti regni, e mossa a compassione di Fileno, cosí nel segreto petto cominciò a dire: «Che colpa ha Fileno commessa per la quale egli meriti morte o oltraggio da Florio? Niuno non merita morte alcuna, perché egli ami quello che piace agli occhi suoi. Cessi questo, che per cagione di noi il giovane cavaliere sia offeso. E detto questo, la seconda volta discese dal cielo, e cercò le case del Sonno, de’ riposi re, nascose sotto gli oscuri nuvoli, le quali in lontanissime parti stanno rimote, in una spelonca d’un cavato monte, nella quale Febo co’ suoi raggi in niuna maniera sottilmente può passare. Quel luogo non conosce quand’egli sopra l’orizzonte vegnendo ne reca chiaro giorno, né quand’egli, avendo mezzo il suo corso fatto, ci riguarda con piú diritto occhio, né similmente quand’egli cerca l’occaso: quivi solamente la notte puote, e il terreno da sé vi produce nebbie piene d’oscuritá o di dubbiosa luce. E davanti alle porte della casa fioriscono gli umidi papaveri copiosamente, ed erbe senza numero, i sughi delle quali aiutano la potenza del signore di quel luogo. Dintorno alle quali oscure case corre un picciolo fiumicello chiamato Lete, il quale esce d’una dura pietra, che col suo corso accendo commovere le picciole pietre, fa un dolce mormorio, il quale invita i sonni. In quel luogo non s’odono i dolci canti della dolente Filomena, i quali forse potessero mettere ne’ petti acconci al riposo alcuna sollecitudine con la sua dolcezza. Quivi non fiere, non pecore, né altri animali si sentono. Quivi Eolo veruna potenza non ha, e ogni fronda si riposa. Mutola quiete possiede il luogo, al quale niuna porta si trova, non forse serrando e disserrando potesse fare alcuno romore. Alcuno