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218 il filocolo

e quindi la fuggirò in parte ov’io senza paura d’alcuno potrò dimorare con lei. Se il mio padre della mia tornata si mostrasse dolente, e ancora a Fileno farò levare la vita, o egli abbandonerá li nostri paesi. Niuna cosa ci lascerò a fare, acciò che colei sia sola mia, di cui io solo sono e sarò sempre». E con questi pensieri, lasciati gli amorosi, il piú del tempo dimorava, cercando, con amare sollecitudini, parte di quelli fuggire e parte metterne in effetto senza alcuno indugio.

O amore, dolcissima passione a chi felicemente i tuoi beni possiede, cosa paurosa e piena di sollecitudine, chi potrebbe credere o pensare che la tua dolce radice producesse sí amaro frutto com’è gelosia? Certo niuno, se egli nol provasse. Ma essa ferocissima, come l’ellera gli olmi cinge, cosí ogni tua potenza ha circondata, e intorno a quella è si radicata che impossibile sarebbe oramai a sentir te senza lei. O nobilissimo signore, questa è a’ tuoi atti tutta contraria. Tu le tue fiamme mostri nell’altissimo e chiaro monte Citerea, costei sotto i freddi colli d’Apennino impigrisce nelle oscure grotte. Tu levi gli animi all’altissime cose, e costei gli declina e affonda alle piú vili. Tu i cuori che prendi tieni in continua festa e gioia, e costei da quelli ogni allegrezza caccia e con subito furore vi mette malinconia. Essa fa cercare i solinghi luoghi, e con aguto intelletto mai non sa che si sia altro che pensare. Ad essa pare che le spedite vie dell’aere siano piene d’aguati per prendere ciò che essa disidera di ben guardare. Niuno atto è che essa non dubiti che con falso intendimento non sia fatto. Niuna fede è in lei, niuna credenza: ella sempre crede essere tentata. E come tu di pace se’ veracissimo ordinatore, cosí questa con armata mano sempre apparecchia inimicizie e guerre. Ella magrissima e scolorita nel viso, di oscuri vestimenti vestita, egualmente ogni persona con bieco occhio riguarda: e tu, piacevolissimo nell’aspetto, con lieto viso visiti i tuoi soggetti. Ella non sente mai né primavera, né state, né autunno: tutto l’anno egualmente dimora per lei il sole in Capricorno! Ora, quanto è contraria la vostra natura! Ella si diletta essere senza alcuna luce, e tu ne’ lu-