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libro terzo 217

perché con lusinghe s’ingegna d’accendermi il core?». Poi ad altro ragionamento si volgeva, e diceva: «Fermamente Biancofiore m’ama sopra tutte le cose, e questo, se io voglio il vero riguardare, non mi si può celare; ma se ella non mi amasse, Fileno me ne saria cagione, del quale io prenderò senza dubbio vendetta.»

In cotali pensieri istando, Florio tra sé ripeteva tutti i preteriti atti e fatti stati tra lui e Biancofiore, poi che Fileno tornò da’ lontani paesi nella sua corte, e quelli una volta pensava essere stati da Biancofiore fatti maliziosamente, e altra volta tra sé gli difendeva. Egli stette piú giorni senza alcuno riposo, pieno di sollecite cure. Egli alcuna volta imaginava e diceva: «Ora è Fileno davanti alla mia Biancofiore e lusingala: ma perché la lusingherebbe egli, ch’ella lo ama oltra misura?». Poi tra sé altrimenti imaginava. Egli andava vedendo con l’animo tutte quelle vie le quali sono possibili ad uomo di farlo pervenire a un suo intendimento, e niuna credeva che non fosse stata cercata da Fileno, se bisogno gli fu. Egli pensava che niuna persona mai parlasse a Biancofiore che da parte di Fileno non le parlasse, e de’ suoi servidori medesimi dubitava d’essere stato ingannato: e cosí dimora in istimolosa sollecitudine, e non sa che si fare, e pensa che Fileno ordini di portarla via, e che ella il consenta. Egli pensa che Fileno la dimandi al re, e siagli donata per isposa. Egli pensa che i messaggi da Fileno a Biancofiore, e da Biancofiore a Fileno sieno spessissimi. Ma poi che egli diverse cose in sé rivolte ebbe, cosí incominciò a dire: «Non è del tutto a credere ciò ch’io imagino, ché forte mi pare che, se stato fosse, io non ne avessi alcuna cosa sentita: e però la scusa delle passate cose fatta da Biancofiore è da ricevere. Ma chi sa di quelle che devono avvenire: da un’ora a un’altra si volgono gli animi, da diversi intendimenti essendo tentati! Niuno rimedio è qui se non levare ogni cagione per la quale Biancofiore dal mio amore si potesse mutare, acciò che niuno effetto segua. Io tornerò, a dispetto del mio padre, a Marmorina, e solleciterò co’ miei propri occhi il core di Biancofiore,