tutta la citta piena di fuoco e di noiose ruine, e di maggior pianto furono ripiene le mie orecchie. E giá presso alla nostra casa udendo il terribile suono delle sonanti trombe, disarmato corsi per le fidate armi, per risalire armato nelle fortezze della nostra casa; e iscendendo incontrai molti amici, i quali contra i crudeli osti, per lo bene della citta, s’apparecchiavano con le taglienti spade d’aspramente combattere. Ai quali dissi, quasi avendo della loro vita compassione: ‛O giovani, or non vedete voi che fortuna sia nelle presenti cose? Quelli iddii, nella forza de’ quali era la speranza della nostra signoria, sono fuggiti e hanno abbandonato i loro altari, e però voi indarno soccorrete la cittá. Ma se voi avete certa fidanza nelle vostre armi, andiamo, e in mezzo de’ nemici combattiamo, essendo io duce: e quivi, o vinciamo, o, sdebitandoci di tal vergogna, mandiamo le nostre anime alle infernali sedie, perciò che sola salute è a’ vinti non isperar salute’. La cittá da tutte parti presa, era da’ nemici con gli acuti spuntoni guardata; ma noi poi assicurati ci movemmo ad andare alla non dubbiosa morte tutti per una via. Oimè! chi potrebbe mai narrar la ruina e la tempesta di quella notte? Chi potrebbe parlando dire la menoma parte dell’uccisione, o con lagrime agguagliar la fatica? L’antica cittá, la quale molt’anni vittoriosa sotto le nostre braccia dimorò, fu da’ miei occhi veduta quella notte cadere quasi tutta in picciola ora; ma noi miseri, portati da’ miserabili fati, ovunque andammo, per le larghe vie trovammo cadere corpi gravati da mortale gelo, e ad ogni passo trovammo nuovi pianti, e in ogni parte era romore e uccisione infinita. E andando per diverse parti della cittá, dandone l’accese case gli aperti passaggi, piú volte scontrandoci in picciole schiere di nemici combattemmo. Ma giá quasi propinqui all’ultima ora della notte, vaghi del nuovo giorno, fummo da innumerabile moltitudine di nemici aspramente assaliti, e quivi difendendoci virilmente, vidi io gran parte de’ miei compagni bagnare la terra del loro sangue, e senza niuna misericordia esser dagli avversarii uccisi. Onde non potendo noi piú sostenere il crudele assalto, con alquanti