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214 | il filocolo |
ella disse: «Porterai questa al tuo signore, a cui gl’iddii concedano miglior conforto che egli non s’è ingegnato di donare a me». E detto questo, baciò la lettera, e posela in mano al fedele servo, il quale senza niuno indugio voltò li passi verso Montorio: e lá in picciolo spazio pervenuto, trovò Florio nella sua camera, dove lasciato l’aveva con grandissima copia di lagrime e di sospiri, a cui egli pose la portata pistola in mano, dicendogli ciò che da Biancofiore compreso aveva e le sue parole. E partito da lui, Florio aperse la ricevuta lettera, e quella infinite volte rilesse pensando alle parole di Biancofiore, sopra le quali faccenda diverse imaginazioni, sopra il suo letto con essa lungamente dimorò.
Diana, alla quale niuno sacrifizio era stato porto come agli altri iddii fu, quando Biancofiore dal grandissimo pericolo fu campata, aveva infino a questa ora la concreata ira tenuta nel santo petto celata, la quale non potendosi piú avanti tenere, discesa dagli alti regni, cercò le case della fredda Gelosia, la quale nascosa in una delle altissime rocce d’Apennino, entro a una oscurissima grotta, trovò intorniata tutta di neve, né v’era presso arbore né pianta viva fuori che pruni o ortiche o simile erbe; né vi si sentiva alcuna voce di gaio uccello: il cuculo e ’l gufo aveano i nidi sopra la dolente casa. Alla quale venuta la santa dea, quella trovò serrata con fortissima porta, né alcuna finestra vi si vedeva aperta. Fu dalla immortale mano con soave toccamento toccata l’antica porta, la quale non prima fu tocca, che dentro cominciarono a latrare due grandissimi cani, secondo che le voci lo faceano manifesto, dopo il quale latrare una vecchia con superbissima voce, ponendo l’occhio a uno picciolo spiraglio, mirò di fuori, dicendo: «Chi tocca le nostre porte?». A cui la santa dea disse: «Apri a me sicuramente: io sono colei senza il cui aiuto ogni tua fatica si perderebbe». Conobbe l’antica vecchia la voce della divina donna, e a quella con lento passo andando, con non poca fatica, per gli arruginiti serramenti, aperse la porta, la quale nel suo aprire fece un grandissimo strido, che di leggieri poteva essere sentito infino all’ultime