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16 | il filocolo |
avvenimento, comandando ad essi che immantanente fossero presti d’andare con loro a mettere ad effetto le fatte promissioni. Al quale comandamento fu risposto loro essere presti ad ogni loro piacere.
Fu senza alcuno indugio messo ad esecuzione il comandamento di Lelio; onde egli e Giulia con la loro compagnia, tornando da’ santi templi da porgere pietosi prieghi al sommo Giove che il loro andare e tornare facesse essere prosperevole, salirono sopra i portanti cavalli, e, piangendo, appena a’ cari parenti e amici poterono dire addio: e partironsi, e con lieto animo cominciarono il disavventurato cammino.
Il miserabile re, il cui regno Acheronte circonda, veggendo che l’esercizio era alle sue invasioni inique contrario, e che i lunghi cammini porgevano alla carne affannosa gravezza, per la quale i sostenitori d’essa fuggivano l’inique tentazioni e meritavano il regno mal conosciuto da lui, il quale egli, per disiderare oltre al dovere, perdé, afflitto di noiosa sollecitudine, veggendo la maggior parte di quelli che andar soleano alle sue case esser disposti a quello affanno, o ad altri simiglianti o maggiori, pensò di volergli ritrarre da sí fatte imprese con paura; e convocati nel suo cospetto gl’infernali ministri, disse: Compagni, voi sapete che Giove non dovutamente degli alti regni, i quali egli possiede, ci privò, e diecci questa strema parte sopra il centro dell’universo a possedere, e in dispetto di noi creò nuova progenie, la quale i nostri luoghi riempiesse: e noi ingegnosamente li sottraemmo, si ché noi volgemmo i loro passi alle nostre case. Ed Egli ancora non parendogli averci tanto oltraggiato, mandò il suo Figliuolo a spogliarcene, il quale, non possendogli noi resistere, ce ne spogliò, e dopo tutto questo fece avveduti gli abitanti della terra de’ nostri lacciuoli, e donò loro armi con le quali essi leggiermente le nostre spezzano: sí che noi di questi oltraggi ci abbiamo a vendicare sopra di loro. Il salire in su c’è vietato, ed Egli è piú possente di noi: però ci conviene pur con ingegno il nostro regno aumentare, e fare di riavere ciò che per adietro abbiamo perduto. Tra l’altre cose che il