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188 | il filocolo |
ella non potendo aver me, se ne prendeni alcun altro, posto ch’ella non possa migliorare? Egli si suoi dire generalmente che le femine hanno questa natura, ch’elle pigliano sempre il peggio. Con questi pensieri ne ho molti altri, li quali troppo penerei a volergli particolarmente spiegare; ma di loro vi dico che essi impediscono tanto la mia vita, che me l’hanno recata a noia; e per minor pena disidererei la morte, la quale ancora non pena reputerei, se gl’iddii donare la mi volessero, ma graziosa gioia. Veder potete come io mi posso a prendere alcuno diletto trarre: solo mio bene, sola mia gioia è il pensare a Biancofiore, e questo è quello che la poca vita, che rimasa m’è, mi tiene nel corpo. Ond’io vi priego che se la mia vita amate, non mi vogliate torre il poter pensare».
Cominciò allora il duca cosí a parlare: «Ben ci è manifesto te essere da tanti e tali pensieri stimolato, quanti ne conti, e da molti piú. Ma tu non dei però volere con morte dar luogo al pensare piú tosto che con diletto prolungare la tua vita, acciò che piú tempo pensar possa. Onde, se alcun priego deve valere, noi ti preghiamo che tu prenda conforto, e da cotesti pensieri con continui diletti ti levi; e se forse t’è occulta, sí come tu nel tuo parlar dimostri, la cagione per che devi pigliar diletto, noi non ce ne maravigliamo, però che in cosí fatti affanni le piú volte il vero conoscimento si suole smarrire. Ma noi, che di fuori di tal tempesta dimoriamo, conosciamo quali sieno le vie da uscire di quella: e però non ti sieno gravi alquante parole, le quali se ascoltate metterai in effetto, ti vedrai senza periglio venire a grazioso porto. Tu ti duoli del focoso disio che ti stimola di veder Biancofiore, però che vedere non la puoi. Certo ben credo che ti doglia; ma credi tu per questo dolore, che tu te ne dai, piú tosto vederla? Certo no. Dunque sperando confortare ti devi, e dare alquanto sosta al presente disio, conoscendo, come tu fai, che al presente fornire non lo puoi con tuo onore. Pensa che la fortuna non terrá sempre ferma la rota: sí com’ella volvendo dal cospetto di Biancofiore ti tolse, cosí in quello ancora lieto ti riporrá. Similmente ti dico del pensiero che porti, non