conosco voi prontissimi alla mia salute, e veggio apertamente che la mia vita vi dole, né similmente occulti vi sono i diletti che prendere potrei, a’ quali con tanta efficacia v’ingegnate di trarmi, pensando che io forse del senno sia uscito, perché pure in dolore pensando dimoro: ora, acciò che voi conosciate com’io sia a quelli prendere disposto, e ancora come voi del mio dolore non vi dovete maravigliare, io voglio dire qual sia la mia vita. Dico che diverse imaginazioni e pensieri m’occupano continuamente, delle quali alcuna ve ne dirò. Primieramente io sopra tutte le cose disidero di vedere Biancofiore, come quella che piú che alcuna cosa è da me amata. E dicovi che tante volte, quant’ella nella memoria mi viene, tanto questo disio piú focoso in me s’accende e togliemi sí da ogni altro intendimento, che se allora io la vedessi, crederei piú che alcuno essere beato; e sentendomi questo essermi levato, solamente pèrché io l’amo, e non per altro accidente, niuno dolore è al mio simigliante. Appresso questo, io vivo in continua sollecitudine della sua vita, temendo non ella, la quale so che m’ama sí come io lei, sostenga simili dolori a quelli che io sostengo, li quali, però che di piú debile natura è ch’io non sono, dubito non la offendano o di gravosa infermitá o di morte. E troppo piú mi fa della sua vita dubitare l’acerbita del mio padre e della mia madre, li quali io sento contra lei prontissimi, e veder me li pare insidiatori della vita di lei. E niuna cagione falsa è che a lei inducere possa morte, che non me la paia vedere andare cercando al mio padre per fornire il suo falso volere, il quale altra volta gli venne fallato: e non pensa il misero che quella ora ch’ella morrá io non viverò piú avanti. E in gravissimo affanno mi tiene gelosia, e la cagione è questa. Le giovani donzelle sono di poca stabilitá, e per la loro bellezza da molti amanti sogliano essere stimolate: e gl’iddii, non che le femine, si rimuovono per li pietosi prieghi a far la volonta de’ pregatori. Io sono lontano da lei, né vedere la posso, né ella me; molti giovani credo che la stimolano per la sua bellezza, la quale ogni altra passa: or che so io se