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libro terzo 181

del corpo con festevole atto andava tentando, né niuna gliene era negata, di che egli spesse fiate in se medesimo di tanta dimestichezza e di tale avvenimento si maravigliava. Ma non per tanto egli era in se stesso tanto contento, che niente gli pareva star male, e la misera Biancofiore del tutto gli era della mente uscita. E in questa maniera stando non picciolo spazio, questi loro e esse lui s’erano a tanto recato, che altro che vergogna non gli riteneva di pervenire a quell’effetto del quale piú inanzi da femina non si può disiderare. Ma il leale amore, il quale tutte queste cose sentiva, sentendosi offendere, non sofferse che Biancofiore ricevesse questa ingiuria la quale mai verso Florio non l’aveva simigliante pensata; ma tosto con le sue agute saette soccorse al core, che per oblio giá in altra parte stoltamente si piegava. E dico che stando Florio con queste cosí intimamente ristretto, e giá quasi avevano le due giovani il loro intendimento presso che a fine recato senza troppo affanno di parole, l’altra delle due donzelle chiamata Calmena, levata alta la bionda testa, riguardandolo nel viso, disse: «Deh! Florio, dimmi qual è la cagione della tua palidezza? Tu mi pari da poco tempo in qua tutto cambiato. Hai tu sentito alcuna cosa noiosa?». Allora Florio, volendo rispondere a costei, si ricordò della sua Biancofiore, la quale della dimandata palidezza era cagione, e senza rispondere a quella, gittò un grandissimo sospiro, dicendo: «Oimè, che ho io fatto?». E quasi ripentuto di ciò che fatto aveva, alquanto da queste si tirò indietro, cominciando forte a pensare con gli occhi in terra a quello che fatto aveva, e a dire tra se medesimo: «Ahi! villano uomo, non nato di reale progenie, ma di vilissima, che tradimento è quello che tu hai pensato infino a ora? Come avevi tu potuto per costoro o per alcun’altra donna mettere in oblio Biancofiore, tanto che tu disiderassi quello che tu disideravi di costoro? O che tu potessi mostrare amore ad alcuna, sí come tu a costoro toccandole giá mostravi? Ahi! perfidissimo, ogni dolore t’è bene investito, ma certo caro l’accatterá la tua iniquitá. Ora come ti dichinavi tu ad amare queste, la cui