Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/183


libro terzo 179


Era quel giardino bellissimo, e copioso d’arbori e di frutti e di fresche erbette, le quali da piú fontane per diversi rivi erano bagnate. Nel quale come il sole ebbe passato il meridiano cerchio, le due giovani, vestite di sottilissimi vestimenti sopra le tenere carni, e acconci i capelli con maestrevole mano, con isperanza di piú piacere e d’acquistare cotal marito, se ne entrarono solette, e quivi cercarono le fresche ombre, le quali allato ad una chiara fontana trovate, a seder si posero attendendo Florio.

Venuta l’ora che giá il caldo mancava, Florio malinconico, uscito della sua camera con lento passo, di queste cose niente sappiendo, vestito d’una ricca giubba di zendado, soletto se n’entrò nel giardino, sí come egli era per adietro usato, e verso quella parte dove giá aveva il bianco fiore altra volta tra le spine veduto, dirizzò i suoi passi; e quivi venuto si fermò dimorando per lungo spazio pensoso. Le due giovanette s’avevano ciascuna fatta una ghirlanda delle frondi di Bacco; e aspettando Florio si stavano alla fontana insieme di lui parlando; e non avendolo veduto entrare nel giardino, per piú leggiermente passare il rincrescimento dell’attendere, incominciarono a cantare un’amorosa canzonetta con voce tanto dolce e chiara, che piú tosto d’angelo che d’umana creatura pareva: e di queste voci pareva che tutto il bel giardino risonasse allegro. Le quali udendo, Florio si maravigliò forte, dicendo: «Che novitá è questa? Chi canta qua entro ora cosí dolcemente?». E con gli orecchi intenti al suono, cominciò ad andare in quella parte ove il sentiva; e giunto presso alla fontana, vide le due giovanette. Elle erano nel viso bianchissime, la qual bianchezza quanto si conveniva di rosso colore era mescolata. I loro occhi pareano matutine stelle; e le picciole bocche di color di vermiglia rosa, piú piacevoli diveniano al muovere alle note della loro canzone. E i loro capelli come fila d’oro erano biondissimi, i quali alquanto crespi s’avvolgevano tra le verdi frondi delle loro ghirlande. Vestite per lo gran caldo, sí come è detto di sopra, le tenere e dilicate carni di sottilissimi vestimenti, i quali dalla cintura