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150 | il filocolo |
che udite aveano le parole di Florio, li quali da parte loro gli recitavano l’accidente. A costoro ruppe il siniscalco il parlamento loro, giungendo furioso, e cosí disse: «Ahi, signor mio, ascolta le mie parole. Lá alla Braa è venuto il piú villano cavaliere che unque portasse arme, insieme con un compagno, tutti armati, e dice che provare mi vole per forza d’arme che la sentenza, da’ nostri giudici data contro a Biancofiore, sia falsa, e ch’ella non deve morire: intendi che a me, che disarmato a’ suoi intendimenti resisteva, ha fatto villania e oltraggio; e certo ivi era presente Parmenione, e Sata, e altri uomini a voi suggetti, sí com’io a voi, che piú tosto disaiuto che soccorso mi porsero, svergognando voi e la vostra potenza, e favoreggiando Biancofiore. E il cavaliere ha detto ch’è fedelissimo e stretto amico di Florio; onde Biancofiore per parte di lui gli s’è richiamata: per la qual cosa è del tutto fermo di mai senza battaglia non partirsi, e di scampar lei, o di morire egli. Ond’io vi priego carissimamente che a me concediate questo dono della battaglia, rinnovandomi arme e cavallo, acciò ch’io possa principalmente con la mia spada il vostro onore e intendimento servare, e appresso vendicare la ricevuta onta. Io porto speranza negl’iddii e nelle mie forze che senza dubbio con vittoria vi menerò preso il villan cavaliere, che tanto ha oggi vostra potenza dispregiata».
Niente piacquero al re tali novelle, anzi con dolente animo l’ascoltava, e fra sé diceva: «Deh! ora chi ha sí tosto queste cose a Florio rivelate, che egli si subito soccorso mandato le ha? E chi potrebbe essere stato amico di Florio tanto stretto, che per lui a tal pericolo si mettesse? Io non so. O iddii, maladetta sia la vostra potenza, la quale non ha potuto sostenere ch’io rechi a perfezione un mio intendimento!». E poi che egli ebbe per lungo spazio rivolte per la mente le non piacevoli cose, sospirando rispose: «Non so chi sia questi che ’l mio intendimento s’ingegna d’impedire; ma sia chi vuole, che forse egli morrá, e Biancofiore non camperá». E poi soggiunse al siniscalco: «A me par l’ora molto alta a volere combattere, e te sento oggi molto affannato, e però rimangasi