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126 il filocolo


che il peggio della battaglia avessi mai, chiunque ucciderà te, ucciderà me altresì, prima che la tua morte vedere voglia. Ma io priego gl’iddii, se mai alcuna cosa appo loro meritai, ch’essi ti donino la disiderata vittoria, sí come promesso t’hanno, acciò che io teco insieme, riprovata la iniquità del tuo padre e iscampata Biancofiore, mi possa di sì prospero principio rallegrare».

Veduta Ascalione la ferma volontà di Florio, senza piú parlare, lo ’ncominciò ad armare di belle e buone arme; e poi che gli ebbe fatto vestire una grossa giubba di zendado vermiglio, primieramente gli fece calzare due bellissime calze di maglia, e appresso i pungenti sproni; e sopra le calze gli mise un paio di gambiere lucenti, come se fossero di bianco argento, e un paio di cosciali; e similemente fattogli mettere le maniche e cignere le falde, gli mise la gorgiera; e appresso gli vestì un paio di leggierissime piatte, coperte d’un vermiglio sciamito, guarniti di quanto bisognava nobilmente e fini ad ogni prova. E poi che gli ebbe armato le braccia di be’ bracciali e musacchini, gli fece cignere la celestiale spada, dandogli poi un bacinetto a camaglio bello e forte, sopra il quale un fortissimo elmo rilucente e leggiero, ornato di ricchissime pietre preziose, sopra il quale un’aquila con l’ale aperte di fino oro risplendeva, gli mise, dandogli un paio di guanti quali a tanta e tale armatura si richiedevano; e appresso il sinistro omero gli armò d’un bello e forte scudetto e ben fatto, tutto risplendente di fino oro, nel quale sei rosette vermiglie campeggiavano. E come il tenero padre i suoi figliuoli ammonisce e insegna, cosí Ascalione diceva a Florio: «Caro figliuolo mio, non ischifare gli ammaestramenti di me vecchio, ma sí come nell’altre cose gli hai avuti cari e osservatigli, così fa che in questa maggiormente gli abbia, perciò che è cosa, non osservandola, che porta piú pericolo. Quando tu verrai sopra il campo contro al disiderato nemico, quanto piú puoi prendi la piú alta parte del campo, acciò che andando verso lui, prima il sopragiudichi che tu sia da lui sopragiudicato: però che gran danno tornò a’ greci la poca altezza, che’