Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
120 | il filocolo |
Florio non se ne desse troppa malinconia; e di ciò ben s’avvide Florio, che ’l duca si guardava di dirgli quel che egli avrebbe voluto che avvenuto non fosse: però, senza piú addimandare, disse che bene gli piaceva che la festa era stata bella e grande, e che volontieri vi sarebbe stato se agl’iddii fosse piaciuto.
Giá aveva Febo nascosi i suoi raggi nelle marine onde, quando, preso il cibo, il duca insiememente con Florio cercarono i notturni riposi. Ma Florio porta nell’animo maggiore sollecitudine che di dormire, e senza addormentarsi aspetta che gli altri s’addormentino della casa; i quali non cosí tosto come Florio avrebbe voluto s’andarono a letto, ma ridendo e gabbando con diversi ragionamenti gran parte della notte passarono, la quale Florio tutta divise per ore, con angosciosa cura dubitando non s’appressasse l’ora che andare di necessitá gli convenisse, e fosse veduto. Ma poi che ciascuno pose silenzio, e la casa fu d’ogni parte ripiena d’oscuritá, Florio con cheto passo, aperte le porte del grande palagio con sottile ingegno, senza farsi sentire passò di fuori, e tutto saletto pervenne all’ostiere d’Ascalione, ove piú voci chiamò, acciò che aperto gli fosse. E ’l primo che alla sua voce svegliato si levò fu Ascalione, il quale senza alcuno indugio corse ad aprirgli, maravigliandosi forte della sua venuta, e del modo e dell’ora non meno. E poi che essi furono dentro alla fidata camera senza altra compagnia, Ascalione disse: «Dimmi qual è stata la cagione della tua venuta a sí fatta ora, e perché se’ venuto solo». E mentre che queste parole diceva, dubitava molto non il duca gli avesse detto l’infortunio di Biancofiore. Ma Florio rispose: «La cagione della mia venuta è questa. A me fa mestiere d’essere tutto armato, e d’avere un buon cavallo. Ond’io non sappiendo ove di tale bisogna fossi piú fedelmente e meglio servito che qui, qui m’indirizzai piú tosto che in altra parte: priegovi adunque che vi piaccia di questo tacitamente servirmi incontanente». E mentre che diceva queste parole, con gran fatica riteneva le lagrime, le quali dal premuto core, ricordandosi perché queste cose vo-