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libro secondo 103

A te pare ora stare nell’infima parte della sua rota, né puoi credere che maggior dolore ti potesse assalire, che quel che tu hai per l’assenza di Florio a Montorio; ma tu dimori nel piú alto loco, a rispetto di quello che tu sarai. Oimè, che tu, lontana al consiglio iniquo, spandi amare lagrime per amore, le quali piú tosto per pietá di te medesima spandere dovresti, avvegna che a coloro che semplicemente vivono, gl’iddii provveggano a’ bisogni loro, e molte volte è da sperare meglio quando la fortuna si mostra molto turbata, che quando ella falsamente ride ad alcuno.

La real sala era di marmoree colonne di diversi colori ornata, le quali sostenevano l’alte lamie che la coprivano, fatte con non picciolo lavoro e gravi per molto oro; e le finestre divise da colonnelli di cristallo vi si vedevano, i cui capitelli e d’oro e d’argento erano, per le quali la luce entrava dentro. E nelle notturne tenebre non si chiudeano con legno, ma l’ossa degl’indiani liofanti, commesse maestrevolmente, con sottili intagli lavorate, v’erano per porte; e in quella sala si vedevano ne’ rilucenti marmi intagliate l’antiche storie da ottimo maestro. Quivi si poteva vedere la dispietata rovina di Tebe, e la fiamma dei due figliuoli di Giocasta, e l’altre crudeli battaglie fatte per le loro divisioni, insiememente con l’una e con l’altra distruzione della superba Troia. Né vi mancava alcuna delle vittorie del grande Alessandro. Con queste ancora vi si mostrava Farsaglia tutta sanguinosa del romano sangue, e’ prencipi corrucciati, l’uno in fuga e l’altro spogliare il ricco campo degli orientali tesori. E sopra tutte queste cose v’era intagliata l’imagine di Giove, vestito di piú ricca roba che quella che Dionisio fiero giá gli spogliò, intorniato d’arbori d’oro, le cui frondi non temevano l’autunno, e i loro pomi erano pietre lucentissime e di gran valore. In questa sala, quando il giorno della gran festa venne, furono messe le tavole, sopra le quali risplendevano grandissima quantitá di vasella d’oro e d’argento; né fu alcuno strumento che la entro quel giorno non risonasse, accompagnati da dolcissimi e diversi canti. Né in tutta Marmorina fu alcun tempio che