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100 il filocolo

segreto fu mai celato, né mai alcuna cosa senza il tuo fedel consiglio feci: e questo solamente è avvenuto per la gran leanza la quale io ho in te trovata. Ora poi che gl’iddii hanno te eletto per mio secretario, piú che alcuno altro, io ti voglio manifestare alcuna cosa del mio intendimento, del tutto necessaria di mettere ad effetto, la quale senza mai manifestare ad alcuno, fa che tu tenga occulta; però che se per alcun tempo fosse rivelata ad altri, senza fallo gran vergogna ce ne seguirebbe, e forse danno. Ciascuno, il quale vuole saviamente menar sua vita seguendo le virtú, deve i suoi vizi abbandonare, acciò che fine onorevole ne gli segua; ma quando avvenisse che viziosa via per venire a porto di salute tenere gli convenisse, non si disdice il saviamente passare per quella acciò che maggior pericolo si fugga: e fra gli altri mondani prencipi che nelle virtuose opere si sono dilettati, sono stato io uno di quelli, e tu lo sai. Ma ora nuovo accidente mi conduce a forza a cessarmi alquanto da virtuosa vita, temendo di piú grave pericolo che non sarebbe il fallo che fare intendo; e dicoti cosí, che a me ha mandato la fortuna tra le mani due malvagi partiti, i quali sono questi: o voglio io ingiustamente far morire Biancofiore, la quale io in veritá ho amata molto e amo ancora, o voglio che Florio mio figliuolo per lei vilmente si perda; e sopra le due cose avendo lungamente pensato, ho preveduto che meno danno sará la morte di Biancofiore che la perdenza di Florio, e piú mio onore e di coloro che dopo la mia morte debbono suoi sudditi rimanere: e ascolta il perché. Tu sai manifestamente quanto Florio ami Biancofiore; e certo se egli, giovanissimo d’eta e di senno, è di lei innamorato, ciò non è maraviglia, ché mai natura non adornò creatura di tanta bellezza, quanta è quella che nel viso a Biancofiore risplende; ma però che di picciola e popolaresca condizione, sí come io stimo, è discesa, in niuno atto è a lui, di reale progenie nato, convenevole per isposa; e io dubitando che tanto amore della sua bellezza l’accendesse, che egli la si facesse sposa, per fargliela dimenticare il mandai a Montorio, sotto spezie di volerlo fare studiare. Ma egli giá