cuna cagione adosso, per la quale faccendola morire, ogni uomo giudicasse ch’ella giustamente morisse; e cosí saremo di mala fama e della vita di Biancofiore insieme disgravati». E, senza guari pensare, la reina piú avanti disse: «La cagione potra essere questa. Voi sapete che il giorno, nel quale per tutto il vostro regno si fa la gran festa della vostra nativitá, s’appressa; e dove ch’ella si faccia grandissima, sí si fa ella qui in Marmorina. E niuno gran barone è nel vostro regno che con voi non sia a questa festa: e però quando essi saranno nella vostra gran sala assettati alle ricche tavole, ciascuno secondo il grado suo, allora ordinate col siniscalco vostro che o pollo o altra cosa in presenza di tutti vi sia da parte di Biancofiore presentato, o che Biancofiore medesima da sua parte il vi rechi davanti, acciò che paia che ella con la bellezza del suo viso venendovi davanti voglia rallegrar la festa; ma veramente abbiate ordinato col siniscalco che qualunque si sia quella cosa ch’ella apporterá, che celatamente di veleno sia piena. E come il presente davanti a voi sará posato, ed ella partita dal vostro cospetto, fate che in alcun modo o cane o altra bestia faccia la credenza, acciò che altra persona non ne morisse: della qual cosa chiunque sará il primo mangiatore, o subitamente morrá, o enfierá, per la potenza del veleno, e cosí a tutti fia manifesto che ella abbia voluto avvelenarvi; e come voi avrete questo veduto, fate che vi turbiate molto, e, faccendo il romor grande, la facciate prendere, e subitamente giudicare per tale offesa al fuoco. E chi sará colui che non dica che tale morte non sia ragionevole? O che, veggendovi turbato, vi prieghi per la sua salute? E certo questo non vi sará malagevole a fare molto, però che il siniscalco vostro l’ha in odio: e la cagione è questa, ch’egli piú volte ha voluto il suo amore, ed ella sempre l’ha rifiutato faccendosi di lui beffe». «Certo» disse il re, voi avete ben parlato, e cosí si fará, né giá pietá che la sua bellezza porga mi vincerá.» Partissi il re dalla reina, e fece chiamare a sé incontanente Massamutino, suo siniscalco, uomo iniquo e feroce, al quale egli disse cosí: «Tu sai che ai tuoi orecchi niuno mio