Pagina:Boccaccio - Fiammetta di Giovanni Boccaccio corretta sui testi a penna, 1829.djvu/182

riprese così dolente, ingegnandosi appresso di confortarmi. Ohimè! Che quinci avvenne che alcuni me stimolata da alcuna furia credettero, e me quasi furiosa guardavano! Ma altri più pietosi la mia mansuetudine riguardando, dolore, sì come era, stimandolo, di ciò che quelli dicevano si fecero beffe, portandomi compassione. E così visitata da molti, più giorni stupefatta rimasi, e sotto discreta custodia della sagace balia fui tacitamente guardata.

Niuna ira è sì focosa che per passamento di tempo freddissima non divenga. Io alcuni giorni così dimorata come io disegno, mi riconobbi, e manifestamente le parole della savia balia vidi vere, e certo io la mia passata follia piansi amaramente. Ma posto che il mio furore nel tempo si consumasse e ritornasse nulla, il mio amore per questo non ebbe alcun mutamento, anzi mi pur rimase la malinconia usata negli altri accidenti d’avere, e gravemente portava l’essere stata per altra donna abandonata; e spesse volte sopra ciò con la discreta balia ebbi consiglio, volendo modo trovare per lo quale a me rivocassi l’amante. E alcuna volta proponemmo con lettere pietosissime i miei casi dolenti narranti, e altra volta più utile essere pensammo che per savio messaggio con viva voce gli annunziassimo li miei mali; e certo che, ancora che vecchia fosse la balia, e il camino lungo e malvagio, per me si volle disporre ad andarvi. Ma bene riguardando ogni cosa, le lettere, quantunque fossero state pietose, efficaci non reputammo a rispetto de’ presenti e nuovi amori; sì che per perdute le giudicammo, avvegna che con tutto questo pure ne scrivessi alcuna, che quello uscimento ebbe che divisammo. Il