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e le vane sollecitudini caccia, e del tuo marito dubita; al quale forse se questo pervenisse agli orecchi, posto, come tu di’, che nulla più oltre te ne potesse per pena dare che la morte, quella medesima, con ciò sia cosa che più che una volta non si muoia, si dee, quando l’uomo può, pigliare la migliore. Pensa, se quella come adirata dimandi ti seguisse, di questo di quanta infamia ed etterna vergogna rimarrebbe la tua memoria fregiata. Egli si vogliono le cose del mondo così apparare ad usare come mobili; e per innanzi nè tu nè niuno in esse molto si confidi se vengono prospere, nè nell’avverse prostrato delle migliori si disperi. Cloto mescola queste cose con quelle, e vieta che la fortuna sia stabile, e ciascuno fato rivolge; niuno ebbe mai gl’iddii sì favorevoli che nel futuro li potesse obligare; Iddio le nostre cose, da’ peccati incitato, con turbazione rovescia; la Fortuna similmente teme li forti, e avvilisce li timidi.

Ora è tempo da provare se in te ha luogo niuna virtù, avvegna che a quella in niuno tempo si possa tòrre luogo, ma le prosperità la ricuoprono assai spesso. La speranza ancora ha questa maniera, che ella nelle cose afflitte non mostra alcuna via: e però chi niuna cosa puote sperare, di nulla si disperi. Noi siamo agitati da’ fati; e credimi che non di leggieri si possono con sollecitudine mutare le cose apparecchiate da loro. Ciò che noi generazione mortale facciamo e sosteniamo, quasi la maggior parte viene da’ cieli; Lachesis serva alla sua rocca la decreta legge, e ogni cosa mena per limitata via: il primo dì ci diede lo stremo, nè è licito d’avere le avvenute cose rivolte in altro corso. L’avere voluto il mobile ordine tenere nocque già a molti, e a molti