Pagina:Boccaccio - Fiammetta di Giovanni Boccaccio corretta sui testi a penna, 1829.djvu/102

ti turbi? Perchè senza certa cagione in ira t’accendi? Posto che vero sia ciò che il mercatante disse, il che è forse non vero, cioè che egli abbia moglie sposata, è questo cosí gran fatto e cosa nuova, o che tu non dovessi sperare? Egli è di necessità che i giovini in cosí fatte cose compiacciane a’ padri. Se il padre ha voluto questo, con che colore il potea esso negare? E credere dei che nè tutti coloro che moglie prendono e che l’hanno, l’amano, come fanno dell’altre donne: la soperchia copia che le mogli fanno di sè a’ loro mariti, è cagione di tostano rincrescimento, quando pure nel principio sommamente piacesse, e tu non sai quanto costei sipiaccia. Forse che sforzato Panfilo la prese e, amando ancora te piú di lei, gli è noia d’essere con essa; e se ella gli pur piace, tu puoi sperare che ella gli rincrescerà tosto. E certo della sua fede e de’ suoi giuramenti tu non ti puoi con ragione biasimare, però che egli a te tornando nella tua camera l’uno e l’altro adempie.

Priega adunque Iddio che Amore, il quale piú che saramento o promessa fede puote, il costringa a tornarci. E oltre a questo, perchè per la turbazione della giovine di lui prendi sospetto? Non sai tu quanti giovini te amano invano, i quali, sappiendo te essere di Panfilo, senza dubbio si turberebbero? Cosí dei credere possibile lui essere amato da molte, alle quali pare duro di lui udire quello che a te dolse, benchè per diverse ragioni a ciascuna ne incresca.

E in cotale modo me medesima dimentendo quasi in sulla prima speranza tornando, dove molte bestemmie mandate aveva, con orazioni supplico in contrario.

Questa speranza in cotal guisa tornata, non avea