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quale in parte quello che ci si fa racconta, ma nondimeno per alcuni accidenti n’è conceduto da Dio il venire di qua alcuna volta, e massimamente o per rammentare noi medesimi a coloro a’ quali dee di noi calere, o per simile caso come è questo per lo quale io sono a te venuto; e avvenne, che io quella notte ci venni, la quale seguente al dì che tu la prima lettera scrivesti a questa tua donna, avendo visitati più luoghi, tirato da una cotale caritatevole affezione, la quale non solamente gli amici ma ancora i nimici ci fa amare, colà entrai ove colei abita che ti prese; e ogni parte della casa cercando, e per tutto riguardando, avvenne che io della lettera, di che tu ti rammarichi, sentii novelle. Egli era già una pezza della notte passata, quando, entrato in quella camera nella quale ella dorme, e quella come l’altra casa riguardata tutta, essendo già per partirmi, vidi in essa una lampana accesa davanti alla figura di nostra donna, poco da lei, che la vi tiene, faticata; e verso il letto mirando dov’ella giaceva, non già sola, come io sperava, la vidi, ma in grandissima festa con quello amante di cui poco avanti dissi alcuna cosa: perchè ancora arrestato, volli vedere che volesse la loro festa significare; nè guari stetti, che alla richiesta di colui con cui era levatasi e acceso un torchietto, e quella lettera che tu mandata avevi tratta d’un forzierino, col lume in mano e con la lettera al letto si ritornò. Quivi il lume l’uno tenendo e l’altro la lettera leggendo, e a parte a parte guardandola, ti sentii nominare e con maravigliose risa schernire, e te or gocciolone, or mellone, ora ser mestola e talora cenato chiamando, sè quasi ad ogni parola abbracciavano e