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mie cose occultamente assai trasfugate, e di quelli danari che io alla sua guardia follemente avea commessi e che a’ miei figliuoli rimaner doveano, non avendo io davanti assai pienamente li miei fatti e l’ultima mia intenzione ordinata, nè avendo spazio di bene ordinarla per lo subito sopravvenuto caso, quella parte presane che le piacque, con altissimo romore fuori mandò le finte lagrime: il che meglio che altra femmina ella sa fare; e in molto pianto multiplicando, con la lingua cominciò a maladire lo sventurato caso della mia morte, e sè a chiamar misera abbandonata e sconsolata e dolente; dove col cuore maladiceva la vita che tanto m’era durata, e sè oltre ad ogni altra reputava avventurata. E veramente egli non sarebbe stato nè uomo nè donna alcuna che udita l’avesse, che non avesse creduto lei veramente nell’animo aver quello che le sue bugiarde parole sonavano: ma a me dee bastare assai, che colui quelle conosce insieme con gli altri fatti suoi, che a ciascuno, siccome giusto giudice, secondo i meriti rende guiderdoni. Mandati dunque ad esecuzione tutti gli ufici funerali, poichè ’l mio corpo, terra divenuto, fu alla terra renduto, la valente donna desiderosa di più scapestratamente la sua vecchiezza menare che non l’era paruto potere la giovanezza, sentendosi caldo di quello che suo essere non dovea, perciocchè nè di sua dota nè di patrimoniale eredità sostenersi avrebbe potuto di quello che a fare s’apparecchiava, nè nella mia casa rimaner volle, nè in quella de’ suoi nobili parenti e consorti tornare; ma con parole piene di compassione disse, sè volere in alcuna piccola casetta e vicina ad alcuna chiesa e di sante persone