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paniere o il vaglio l’acqua, tengono i segreti de’ petti loro: e tante altre cose, oltre a queste, dirà, che maravigliosa cosa è a pensare donde tanta lena le venga. E per certo, se quello è vero che questi fisici dicono, che quello membro, il quale l’animal bruto, e l’uccello e ’l pesce più esercita, sia più piacevole al gusto, e più sano allo stomaco, niuno boccone deve mai essere più saporito nè migliore che la lingua di lei, la quale mai di ciarlare non ristà, mai non molla, mai non fina, dalle dalle dalle, dalla mattina insino alla sera, e la notte, io dico, dormendo, non sa ristare. E chi non la conoscesse, udendola della sua onestà della sua divozione della sua santità e di quelli di casa sua favellare, crederebbe per certo lei essere una santa e di legnaggio reale; e così in contrario, a chi la conoscesse, d’udirla la seconda volta, e talora la prima, è un farli venir voglia di recer l’anima. E il non consentirle le favole e le bugie sue, delle quali ella è più che altra femmina piena, niuna cosa sarebbe, se non un volersi con lei azzuffare, la qual cosa ella di leggieri farebbe, siccome colei alla qual pare di gagliardia avanzare Galeotto delle lontane Isole, o Febus. E già assai volte, millantandosi, ha detto, che se uomo stata fosse, l’arebbe dato il cuore d’avanzare di fortezza non che Marco bello, ma il bel Gherardino che combattè con l’orsa. Perchè mi vo io in più parole stendendo? Se io volessi ogni cosa contare, o pure le più notabili de’ suoi fatti, e’ non ci basterebbe il tempo: e se tu così hai l’ingegno acuto, come io credo, assai pur per le udite puoi comprendere quanti e quali sieno i suoi costumi, e in che le sue gran virtù e la