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creatore fu creato poco minore che gli angioli. E se il minore uomo è da tanto, da quanto dovrà esser colui la cui virtù ha fatto ch’egli dagli altri ad alcuna eccellenzia sia elevato? da quanto dovrà esser colui, il quale i sacri studii la filosofia ha dalla meccanica turba separato? del numero de’ quali tu per tuo studio e per tuo ingegno, aiutandoti la grazia d’Iddio, la quale a niuno che se ne faccia degno, domandandola, è negata, se’ uscito, e tra’ maggiori divenuto degno di mescolarti: come non ti conosci tu? come così t’avvilisci? come t’hai tu così poco caro, che tu ad una femmina iniqua, insensatamente di lei credendo quello che mai non le piacque, ti vada a sottomettere? Io non me ne posso in tuo servigio racconsolare; e quanto più vi penso, più ne divengo turbato. A te s’appartiene, e so che tu ’l conosci, più d’usare i solitari luoghi, che le moltitudini ne’ templi e negli altri pubblici luoghi raccolte visitare, e quivi stando, operando e versificando esercitar l’ingegno, e sforzarti di divenir migliore, e d’ampliare a tuo podere, più con cose fatte che con parole, la fama tua; chè appresso quella salute ed eterno riposo, il qual ciascuno che dirittamente desidera dee volere, è il fine della tua lunga sollecitudine. Mentre che tu sarai ne’ boschi e ne’ remoti luoghi, le Ninfe castalide, alle quali queste malvage femmine si vogliono assomigliare, non t’abbandoneranno giammai, la bellezza delle quali, siccome io ho inteso, è celestiale: dalle quali così belle tu non se’ schifato nè schernito, ma è loro a grado il potere stare andare e usar teco; e come tu medesimo sai, che molto meglio le conosci che io non fo,