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a’ mariti fanno, e le ruberie a’ lor pupilli figliuoli, e le storsioni a quelli amanti che troppo non piacciono, che sono evidentissime e consuete cose, riguardisi a quanta viltà si sottomettono per ampliare un poco le dote loro. Niuno vecchio bavoso, a cui colino gli occhi, e triemino le mani e ’l capo, sarà, cui elle rifiutino per marito, solamente che ricco il sentano, certissime infra poco tempo di rimaner vedove, e che costui nel nido non dee loro soddisfare: nè si vergognano le membra i capelli e ’l viso con cotanto studio fatti belli, le corone le ghirlande leggiadre, i velluti i drappi ad oro, e tanti ornamenti tanti vezzi tante ciance tanta morbidezza sottomettere, porgere e lasciar trattare alle mani paraletiche, alla bocca sdentata e bavosa e fetida, ch’è molto peggio, di colui cui elle credono poter rubare. Al quale se la già mancante natura concede figliuoli, sì n’ha, se non, non può perciò morire senza erede; altri vengono che fanno il ventre gonfiare: e se pure invetriato l’ha le natura fatto, i parti sottoposti gli danno figliuoli, acciocchè vedova alle spese del pupillo possa più lungamente deliziosa vita menare. Sole le indovine, le lisciatrici, le mediche, e i frugatori che loro piacciono, le fanno non cortesi, ma prodighe: in questi niuno riguardo, niuno risparmio, nè avarizia alcuna in lor si trova giammai. Mobili tutte e senza alcuna stabilità sono: in una ora vogliono e disvogliono una medesima cosa ben mille volte, salvo se di quelle che a lussuria appartengono non fossono, perciocchè quelle sempre le vogliono. Sono generalmente tutte presuntuose, e a sè medesime fanno credere che ogni cosa lor si convenga, ogni cosa stia lor bene, d’ogni onore d’ogni