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più caro avere che noi medesimi non abbiamo, li quali con le nostre malvage opere continuamente ci andiamo sommergendo, dov’elli con la sua caritativa pietà sempre ne va sollevando, e le sue eterne bellezze mostrando, e a quelle come benignissimo padre ne va chiamando: ma tuttavia, siccome colui che ancora la divina bontà, a guisa che le esterne operazioni fanno, vo misurando, maraviglia mi porge, sentendomi io averlo offeso molto, come esso ora ad aiutarmi si mosse. A cui lo spirito disse: veramente tu parli come uomo che ancora non mostra conosca il costume della divina bontà, che è perfettissima, ed estimi così nelle sue opere esercitarsi come voi, che mortali e mobili e imperfetti sete, fate; nelle menti de’ quali niuno riposo si truova, infino a tanto che gran vendetta non si vede d’ogni piccola offesa ricevuta. Ma perciocchè la contrizione delle commesse colpe, la quale mi par conoscere in te venuta, ti dimostra docile e attento dovere essere a’ futuri ammaestramenti, mi piace una sola delle cagioni per la quale la divina bontà si mosse a dover me mandare ad aiutarti ne’ tuoi affanni. Egli è il vero, che per quello ch’io sentissi nell’ora che questa commession mi fu fatta, non da umana voce ma da angelica, la quale non si dee credere che menta giammai, che tu sempre, qual che stata si sia la tua vita, hai speziale reverenzia e devozione in colei nel cui ventre si raccolse la nostra salute, e che è viva fontana di misericordia, e madre di grazia e di pietade, e in lei, siccome in termine fisso, avesti sempre ferma speranza: la qual cosa essendo a’ suoi divini occhi manifesta, e veggendoti in questa valle oltre al modo usato smarrito e impedito,