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serto condotto? dove è il tuo avvedimento fuggito, dove la tua discrezione? Se tu hai sentimento, quanto solevi, non discerni tu che questo è luogo di corporal morte, e perdimento d’anima, che è molto peggio Come ci se’ tu venuto; qual trascuranza t’ha qui guidato? Io costui udendo, e parendomi ne’ suoi sembianti assai di me pietoso, prima ch’io potessi alla risposta aver la voce, dirottamente, di me increscendomi, cominciai a piangere: ma poichè alquanto sfogata fu la nuova passione per le lagrime, raccolte alquanto le forze dell’animo in uno, con rotta voce, e non senza vergogna, risposi: siccome io penso, il falso piacere delle caduche cose, il quale più savio ch’io non sono già transviò molte volte, e forse a non minor pericolo condusse, qui, prima che io m’accorgessi dov’io m’andassi, m’ebbe menato, là dove in amaritudine incomportabile, e senza speranza alcuna, dappoichè io mi ci vidi, che è sempre stato di notte, dimorato sono. Ma poichè la divina grazia, siccome credo, e non per mio merito mi t’ha innanzi parato, io ti priego, se colui se’ il quale già molte volte in altra parte veder mi parve, che tu per quello amore che alla comune patria dei, e appresso per quello Dio per lo quale ogni cosa si dee, e se in te è alcuna umanità, che di me t’incresca; e se sai, m’insegni com’io del luogo di tanta paura pieno partirmi possa: dalla quale già sì vinto mi sento, che appena conosco s’io o vivo o morto mi sono. Parvemi allora, nel viso guardandolo, che egli alquanto delle mie parole ridesse con seco stesso, e poi dicesse: veramente mi fa il qui vederti, e le tue parole assai manifesto, se altrimenti nol conoscessi, te del vero


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