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nè ancora, che più mi spaventava, poteva discernere dond’io di quindi potessi uscire, e in più dimestichi luoghi tornarmi: e oltre a questo, mi parea per tutto, dove che io mi volgessi, sentire mugghii, urli e strida di diversi e ferocissimi animali de’ quali la qualità del luogo mi dava assai certa speranza e testimonianza che per tutto ne dovesse essere. Laonde e dolore e paura parimente mi vennero nell’animo. Il dolore agli occhi miei recava continue lacrime, e sospiri e rammarichii alla bocca; la paura m’impediva di prender partito verso qual di quelle montagne io dovessi prendere il cammino per partirmi di quella valle, ciascuna parte mostrandomi piena di più forti nimici della mia vita; laond’io arrestato nella guisa che mostrato è, e da ogni consiglio e aiuto abbandonato, quasi niun’altra cosa che la morte o da fame o da crudel bestia aspettando, fra gli aspri sterpi e le rigide piante piangendo mi parea dimorare, niun’altra cosa faccendo che tacitamente o dolermi dell’entrata, senza prevedere dov’io pervenir mi dovessi, o chiamare il soccorso di Dio. E mentre che io in cotal guisa, e già quasi da ogni speranza abbandonato, tutto delle mie lagrime molle mi stava, ed ecco di verso quella parte, dalla quale nella misera valle il sole si levava, venire verso me con lento passo un uomo senza alcuna compagnia, il quale, per quello, ch’io poi più dappresso discernessi, era di statura grande, e di pelle e di pelo bruno, benchè in parte bianco divenuto fosse per gli anni, de’ quali forse sessanta o più dimostrava d’avere, asciutto e nerboruto, e di non molto piacevole aspetto: e il suo vestimento era lunghissimo e largo, e di colore ver-