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novella nona 87

tentare; e per ciò, dove tre cose che io domanderò voglia fare a chiarezza di me, per certo niuna cosa mi comanderá poi che io prestamente non faccia. E quelle tre cose che io voglio son queste: primieramente, che in presenza di Nicostrato ella uccida il suo buono sparviere; appresso, che ella mi mandi una ciocchetta della barba di Nicostrato, ed ultimamente, un dente di quegli di lui medesimo, de’ migliori. — Queste cose parvono alla Lusca gravi ed alla donna gravissime: ma pure Amore, che è buon confortatore e gran maestro di consigli, le fece diliberar di farlo, e per la sua cameriera gli mandò dicendo che quello che egli aveva addomandato pienamente farebbe, e tosto; ed oltre a ciò, per ciò che egli cosí savio reputava Nicostrato, disse che in presenza di lui con Pirro si sollazzerebbe ed a Nicostrato farebbe credere che ciò non fosse vero. Pirro adunque cominciò ad aspettare quello che far dovesse la gentil donna; la quale, avendo ivi a pochi dí Nicostrato dato un gran desinare, sí come usava spesse volte di fare, a certi gentili uomini, ed essendo giá levate le tavole, vestita d’uno sciamito verde ed ornata molto, ed uscita della sua camera, in quella sala venne dove costoro erano, e veggente Pirro e ciascuno altro, se n’andò alla stanga sopra la quale lo sparviere era, cotanto da Nicostrato tenuto caro, e scioltolo quasi in mano sel volesse levare, e presolo per li geti, al muro il percosse ed ucciselo. E gridando verso lei Nicostrato: — Oimè! donna, che hai tu fatto? — niente a lui rispose, ma rivolta a’ gentili uomini che con lui avevan mangiato, disse: — Signori, mal prenderei vendetta d’un re che mi facesse dispetto, se d’uno sparviere non avessi ardir di pigliarla. Voi dovete sapere che questo uccello tutto il tempo da dovere esser prestato dagli uomini al piacer delle donne lungamente m’ha tolto, per ciò che, sí come l’aurora suole apparire, cosí Nicostrato s’è levato, e salito a cavallo, col suo sparviere in mano n’è andato alle pianure aperte a vederlo volare: ed io, qual voi mi vedete, sola e malcontenta nel letto mi son rimasa; per la qual cosa ho piú volte avuta voglia di far ciò che io ho ora fatto, né altra cagione m’ha di ciò ritenuta se non l’aspettar di farlo in presenza d’uomini che giusti