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76 | giornata settima |
[VIII]
Un diviene geloso della moglie, ed ella, legandosi uno spago al dito la notte, sente il suo amante venire a lei; il marito se n’accorge, e mentre seguita l’amante, la donna mette in luogo di sé nel letto un’altra femina, la quale il marito batte e tagliale le trecce, e poi va per li fratelli di lei; li quali, trovando ciò non esser vero, gli dicono villania.
Stranamente pareva a tutti madonna Beatrice essere stata maliziosa in beffare il suo marito, e ciascuno affermava dovere essere stata la paura d’Anichino grandissima quando, tenuto forte dalla donna, l’udí dire che egli d’amore l’aveva richesta. Ma poi che il re vide Filomena tacersi, verso Neifile vòltosi, disse: — Dite voi. — La qual, sorridendo prima un poco, cominciò:
Belle donne, gran peso mi resta se io vorrò con una bella novella contentarvi, come quelle che davanti hanno detto contentate v’hanno; del quale con l’aiuto di Dio io spero assai bene scaricarmi.
Dovete adunque sapere che nella nostra cittá fu giá un ricchissimo mercatante chiamato Arriguccio Berlinghieri, il quale scioccamente, sí come ancora oggi fanno tutto il dí i mercatanti, pensò di volere ingentilire per moglie, e prese una giovane gentil donna male a lui convenientesi, il cui nome fu monna Sismonda. La quale, per ciò che egli, sí come i mercatanti fanno, andava molto da torno e poco con lei dimorava, s’innamorò d’un giovane chiamato Ruberto, il quale lungamente vagheggiata l’avea: ed avendo presa sua dimestichezza, e quella forse men discretamente usando, per ciò che sommamente le dilettava, avvenne, o che Arriguccio alcuna cosa ne sentisse o come che s’andasse, che egli ne diventò il piú geloso uomo del mondo e lascionne stare l’andar da torno ed ogni altro suo fatto, e quasi tutta la sua sollecitudine aveva posta in guardar ben costei, né mai addormentato si sarebbe se lei primieramente non avesse sentita entrar nel letto; per la qual cosa la