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novella seconda 47

che altro che utile esser non vi può, per ciò che, quando alcun sa che altri sappia, egli non si mette troppo leggermente a volerlo ingannare. Chi dubita adunque che ciò che oggi intorno a questa materia diremo, essendo risaputo dagli uomini, non fosse lor grandissima cagione di raffrenamento al beffarvi, conoscendo che voi similmente, volendo, ne sapreste beffare? È adunque mia intenzion di dirvi ciò che una giovanetta, quantunque di bassa condizione fosse, quasi in un momento di tempo per salvezza di sé al marito facesse.

Egli non è ancora guari che in Napoli un povero uomo prese per moglie una bella e vaga giovanetta chiamata Peronella: ed esso con l’arte sua, che era muratore, ed ella filando, guadagnando assai sottilmente, la lor vita reggevano come potevano il meglio. Avvenne che un giovane de’ leggiadri, veggendo un giorno questa Peronella e piacendogli molto, s’innamorò di lei, e tanto in un modo ed in uno altro la sollecitò, che con essolei si dimesticò. Ed a potere essere insieme presero tra sé questo ordine, che, con ciò fosse cosa che il marito di lei si levasse ogni mattina per tempo, per andare a lavorare o a trovar lavorío, che il giovane fosse in parte che uscir lo vedesse fuori: ed essendo la contrada, che Avorio si chiama, molto solitaria, dove stava, uscito lui, egli in casa di lei se n’entrasse; e cosí molte volte fecero. Ma pur tra l’altre avvenne una mattina che, essendo il buono uomo fuori uscito, e Giannello Scrignario, che cosí aveva nome il giovane, entratogli in casa e standosi con Peronella, dopo alquanto, dove in tutto il dí tornar non soleva, a casa se ne tornò, e trovato l’uscio serrato dentro, picchiò e dopo il picchiare cominciò seco a dire: — O Iddio, lodato sii tu sempre, che, benché tu m’abbi fatto povero, almeno m’hai tu consolato di buona ed onesta giovane di moglie! Vedi come ella tosto serrò l’uscio dentro, come io ci uscii, acciò che alcuna persona entrar non ci potesse, che noia le desse. — Peronella, sentito il marito, che al modo del picchiare il conobbe, disse: — Oimè! Giannel mio, io son morta, ché ecco il marito mio, che tristo il faccia Iddio, che ci tornò, e non so che questo si voglia dire: ché egli non ci tornò mai piú a