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preposizioni o altre parti del discorso poco importanti. Quelle da me riscontrate sono quasi centocinquanta: e non va escluso che ve ne siano altre meno avvertibili, come sicuramente vi sono alcune avvertite mediante il confronto con vari testi (specie D e G), ma non colmate in attesa di accertamenti che converrá attendersi dall’edizione critica. Distribuisco le prime in tre gruppi secondo la loro ampiezza ed entitá nei rispetti del guasto che producono al testo.

Tre sono le piú estese:

II 16024 «e con grande istanza il pregò che gliel dicesse» dopo le parole «che cosa fosse l’andare in corso»: il completamento è indispensabile, perché senza esso non si saprebbe come il desiderio di maestro Simone era venuto a conoscenza di Bruno;

II 29036 «Quali leggi, quali minacce, qual paura le giovenili braccia di Gisippo ne’ luoghi solitari, ne’ luoghi oscuri, nel letto proprio avrebbe fatto astenere dagli abbracciamenti della bella giovane, forse talvolta invitatrice, se non costei?»: la perdita di questo periodo distruggerebbe la simmetria ternaria cosí caratteristica della chiusa della presente novella1;

II 31724 «ed il suo fratello» dopo le parole «sposa credi»: integrazione indispensabile per cagione del «tuoi e miei figliuoli» che segue, il quale mostra che Gualtieri intende di parlare della figlia e del figlio. Tutti e tre i supplementi sono offerti da G, e di qui anche la vulg. li prese.

Vengon poi piú di cinquanta lacune meno ampie ma non meno rilevanti:

I 1117 «fededegna persona» (L mostra di aver avvertito la mancanza correggendo fededegno: ma cfr. I 1727 «persona degna di fede»2);

I 2813 «da falsa oppinione ingannati»: senza l’aggettivo qualificativo l’espressione restante è un nonsenso logico ed implica egualmente un difetto di articolazione;
  1. Vi si riscontrano due serie di periodi interrogativi, la prima introdotta mediante tre clausole: «Quale amore, qual ricchezza, qual parentado» — «Quali leggi, quali minacce, qual paura» — «Quali stati, quai ineriti, quali avanzi» (dove si rileva giá un altro raggruppamento ternario): la seconda, dopo il passaggio «E d’altra parte», retta dai tre successivi «Chi avrebbe Tito». Il tripliclsmo è osservato anche: nel primo periodo, con i tre complementi oggetti «il fervore, le lagrime ed i sospiri»; nel secondo, con i tre complementi di luogo «ne’ luoghi solitari, ne’ luoghi oscuri, nel letto proprio»; nel terzo, con i tre «non curar... non curar... non curar».
  2. La lacuna fu supposta anche dallo Hecker (op. cit., p. 55).