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300 giornata decima

acconciare, vel menò dentro, e disse: — Guarda, cristiano, se tra queste robe n’è alcuna che tu vedessi giá mai. — Messer Torello cominciò a guardare e vide quelle che al Saladino aveva la sua donna donate, ma non estimò dover potere essere che desse fossero, ma tuttavia rispose: — Signor mio, niuna ce ne conosco: è ben vero che quelle due somiglian robe di che io giá con tre mercatanti che a casa mia capitarono, vestito ne fui. — Allora il Saladino, piú non potendo tenersi, teneramente l’abbracciò, dicendo: — Voi siete messer Torel di Strá, ed io son l’un de’ tre mercatanti a’ quali la donna vostra donò queste robe: ed ora è venuto il tempo di far certa la vostra credenza qual sia la mia mercatantia, come nel partirmi da voi dissi che potrebbe avvenire. — Messer Torello, questo udendo, cominciò ad esser lietissimo ed a vergognarsi: ad esser lieto d’avere avuto cosí fatto oste, a vergognarsi che poveramente gliele pareva aver ricevuto: a cui il Saladin disse: — Messer Torello, poi che Iddio qui mandato mi v’ha, pensate che non io oramai, ma voi qui siate il signore. — E fattasi la festa insieme grande, di reali vestimenti il fe’ vestire, e nel cospetto menatolo di tutti i suoi maggiori baroni e molte cose in laude del suo valor dette, comandò che da ciascun che la sua grazia avesse cara, cosí onorato fosse come la sua persona; il che da quindi innanzi ciascun fece, ma molto piú che gli altri i due signori li quali compagni erano stati del Saladino in casa sua. L’altezza della subita gloria nella qual messer Torel si vide alquanto le cose di Lombardia gli trasse della mente, e massimamente per ciò che sperava fermamente le sue lettere dovere essere al zio pervenute. Era nel campo o vero esercito de’ cristiani, il dí che dal Saladin furon presi, morto e sepellito un cavalier provenzale di piccol valore il cui nome era messer Torel di Dignes; per la qual cosa, essendo messer Torel di Strá per la sua nobiltá per l’esercito conosciuto, chiunque udí dire: «Messer Torello è morto», credette di messer Torel di Strá e non di quel di Dignes; ed il caso, che sopravvenne, della presura non lasciò sgannar gl’ingannati. Per che molti italici tornarono con questa novella, tra’ quali furon de’ sí presuntuosi,