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294 giornata decima

intendevano ed erano intesi, e pareva a ciascun di loro che questo cavalier fosse il piú piacevole ed il piú costumato uomo e quegli che meglio ragionasse che alcuno altro che ancora n’avesser veduto. A messer Torello, d’altra parte, pareva che costoro fossero magnifichi uomini e da molto piú che avanti stimato non avea, per che seco stesso si dolea che di compagnia e di piú solenne convito quella sera non gli poteva onorare; laonde egli pensò di volere la seguente mattina ristorare, ed informato un de’ suoi famigli di ciò che far volea, alla sua donna, che savissima era e di grandissimo animo, nel mandò a Pavia assai quivi vicina e dove porta alcuna non si serrava. Ed appresso questo, menati i gentili uomini nel giardino, cortesemente gli domandò chi e’ fossero; al quale il Saladino rispose: — Noi siamo mercatanti cipriani e di Cipri vegnamo, e per nostre bisogne andiamo a Parigi. — Allora disse messer Torello: — Piacesse a Dio che questa nostra contrada producesse cosí fatti gentili uomini, chenti io veggio che Cipri fa mercatanti! — E di questi ragionamenti in altri trapassando, stati alquanto, fu di cenar tempo; per che a loro l’onorarsi alla tavola commise, e quivi, secondo cena sprovveduta, furono assai bene ed ordinatamente serviti: né guari dopo, le tavole levate, stettero, che, avvisandosi messer Torello loro essere stanchi, in bellissimi letti gli mise a riposare, ed esso similmente poco appresso s’andò a dormire. Il famigliar mandato a Pavia fe’ l’ambasciata alla donna, la quale non con feminile animo ma con reale, fatti prestamente chiamar degli amici e de’ servidori di messer Torello assai, ogni cosa opportuna a grandissimo convito fece apparecchiare, ed a lume di torchio molti de’ piú nobili cittadini fece al convito invitare, e fe’ tôrre panni e drappi e vai, e compiutamente mettere in ordine ciò che dal marito l’era stato mandato a dire. Venuto il giorno, i gentili uomini si levarono, co’ quali messer Torello montato a cavallo, e fatti venire i suoi falconi, ad un guazzo vicin gli menò, e mostrò loro come essi volassero; ma domandando il Saladino d’alcuno che a Pavia ed al migliore albergo gli conducesse, disse messer Torello: — Io sarò desso, per ciò che esser mi vi conviene. — Costoro,