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novella quarta | 251 |
fama di Natan, ed io non intendo di guastare in altrui quello che in me io non so acconciare, nol prenderò. — Questi e molti altri piacevoli ragionamenti stati tra Natan e Mitridanes, come a Natan piacque, insieme verso il palagio se ne tornarono, dove Natan piú giorni sommamente onorò Mitridanes, e lui con ogni ingegno e saper confortò nel suo alto e grande proponimento. E volendosi Mitridanes con la sua compagnia ritornare a casa, avendogli Natan assai ben fatto conoscere che mai di liberalitá nol potrebbe avanzare, il licenziò.
[IV]
Messer Gentil de’ Carisendi, venuto da Modona, trae della sepoltura una donna amata da lui, sepellita per morta, la quale riconfortata partorisce un figliuol maschio; e messer Gentile lei ed il figliuolo restituisce a Niccoluccio Caccianemico marito di lei.
Maravigliosa cosa parve a tutti che alcuno del proprio sangue fosse liberale: e veramente affermaron, Natan aver quella del re di Spagna e dell’abate di Cligni trapassata. Ma poi che assai ed una cosa ed altra detta ne fu, il re, verso Lauretta riguardando, le dimostrò che egli disiderava che ella dicesse; per la qual cosa Lauretta prestamente incominciò:
Giovani donne, magnifiche cose e belle sono state le raccontate, né mi pare che alcuna cosa restata sia a noi che abbiamo a dire, per la qual novellando vagar possiamo, sí son tutte dall’altezza delle magnificenze raccontate occupate, se noi ne’ fatti d’amore giá non mettessimo mano, li quali ad ogni materia prestano abbondantissima copia di ragionare. E per ciò, sí per questo e sí per quello a che la nostra etá ci dée principalmente inducere, una magnificenza da uno innamorato fatta mi piace di raccontarvi, la quale, ogni cosa considerata, non vi parrá per avventura minore che alcuna delle mostrate, se quello è vero, che i tesori si donino, l’inimicizie si dimentichino e pongasi la propria vita, l’onore e la fama, che è molto piú, in mille pericoli per potere la cosa amata possedere.