conoscea. Ed essendo egli giá d’anni pieno, né però del corteseggiar divenuto stanco, avvenne che la sua fama agli orecchi pervenne d’un giovane chiamato Mitridanes, di paese non guari al suo lontano, il quale, sentendosi non meno ricco che Natan fosse, divenuto della sua fama e della sua vertú invidioso, seco propose con maggior liberalitá quella o annullare o offuscare: e fatto fare un palagio simile a quello di Natan, cominciò a fare le piú smisurate cortesie che mai facesse alcuno altro, a chi andava o veniva per quindi, e senza dubbio in piccol tempo assai divenne famoso. Ora, avvenne un giorno che, dimorando il giovane tutto solo nella corte del suo palagio, una feminella, entrata dentro per una delle porti del palagio, gli domandò limosina ed ebbela; e ritornata per la seconda porta pure a lui, ancora l’ebbe, e cosí successivamente infino alla duodecima: e la tredécima volta tornata, disse Mitridanes: — Buona femina, tu se’ assai sollecita a questo tuo domandare — e nondimeno le fece limosina. La vecchierella, udita questa parola, disse: — O liberalitá di Natan, quanto se’ tu maravigliosa! ché per trentadue porti che ha il suo palagio, sí come questo, entrata e domandatagli limosina, mai da lui, che egli mostrasse, riconosciuta non fui, e sempre l’ebbi: e qui non venuta ancora se non per tredici, e riconosciuta e proverbiata sono stata. — E cosí dicendo, senza piú ritornarvi si dipartí. Mitridanes, udite le parole della vecchia, come colui che ciò che della fama di Natan udiva, diminuimento della sua estimava, in rabbiosa ira acceso, cominciò a dire: — Ahi lasso a me! quando aggiugnerò io alla liberalitá delle gran cose di Natan, non che io il trapassi, come io cerco, quando nelle piccolissime io non gli mi posso avvicinare? Veramente io mi fatico invano, se io di terra nol tolgo; la qual cosa, poscia che la vecchiezza nol porta via, convien senza alcuno indugio che io faccia con le mie mani. — E con questo impeto levatosi, senza comunicare il suo consiglio ad alcuno, con poca compagnia montato a cavallo, dopo il terzo dí dove Natan dimorava pervenne: ed a’ compagni imposto che sembianti facessero di non esser con lui né di conoscerlo, e che di stanza si procacciassero infino che da lui altro avessero, quivi in sul