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novella nona | 229 |
ancora diletto e sollazzo. Per la qual cosa, essendo voi tutte discretissime e moderate, io, il quale sento anzi dello scemo che no, faccendo la vostra vertú piú lucente col mio difetto, piú vi debbo esser caro che se con piú valore quella facessi divenir piú oscura: e per conseguente piú largo arbitrio debbo avere in dimostrarmi tal quale io sono, e piú pazientemente dée da voi esser sostenuto che non dovrebbe se io piú savio fossi, quel dicendo che io dirò. Dirovvi adunque una novella non troppo lunga, nella quale comprenderete quanto diligentemente si convengano osservare le cose imposte da coloro che alcuna cosa per forza d’incantamento fanno e quanto piccol fallo in quelle commesso ogni cosa guasti dallo ’ncantator fatta.
L’altranno fu a Barletta un prete chiamato donno Gianni di Barolo, il qual, per ciò che povera chiesa aveva, per sostentar la vita sua con una cavalla cominciò a portar mercatantia in qua ed in lá per le fiere di Puglia ed a comperare ed a vendere. E cosí andando, prese stretta dimestichezza con uno che si chiamava Pietro da Tresanti, che quel medesimo mestiere con un suo asino faceva, ed in segno d’amorevolezza e d’amistá, alla guisa pugliese, nol chiamava se non compar Pietro; e quante volte in Barletta arrivava, sempre alla chiesa sua nel menava, e quivi il teneva seco ad albergo, e come poteva, l’onorava. Compar Pietro, d’altra parte, essendo poverissimo ed avendo una piccola casetta in Tresanti, appena bastevole a lui e ad una sua giovane e bella moglie ed all’asino suo, quante volte donno Gianni in Tresanti capitava, tante sel menava a casa, e come poteva, in riconoscimento dell’onor che da lui in Barletta riceveva, l’onorava. Ma pure al fatto dell’albergo, non avendo compar Pietro se non un piccol letticello nel quale con la sua bella moglie dormiva, onorar nol poteva come voleva: ma conveniva che, essendo in una sua stalletta allato all’asino suo allogata la cavalla di donno Gianni, che egli allato a lei sopra alquanta di paglia si giacesse. La donna, sappiendo l’onor che il prete faceva al marito a Barletta, era piú volte, quando il prete vi veniva, volutasene andare a dormire con una sua vicina che aveva nome zita Carapresa di