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228 | giornata nona |
osso né alcuna parte rimase nel dosso della buona donna, che macerata non fosse; e questo fatto, ne venne a Melisso e dissegli: — Doman vedremo che pruova avrá fatto il consiglio del «Va’ al Ponte all’oca». — E riposatosi alquanto e poi lavatesi le mani, con Melisso cenò, e quando fu tempo, s’andarono a riposare. La donna cattivella a gran fatica si levò di terra ed in sul letto si gittò, dove, come poté il meglio, riposatasi, la mattina vegnente per tempissimo levatasi, fe’ domandar Giosefo di quello che voleva si facesse da desinare. Egli, di ciò insieme ridendosi con Melisso, il divisò; e poi, quando fu ora, tornati, ottimamente ogni cosa e secondo l’ordine dato trovaron fatta; per la qual cosa il consiglio prima da lor male inteso sommamente lodarono. E dopo alquanti dí, partitosi Melisso da Giosefo e tornato a casa sua, ad alcun che savio uomo era, disse ciò che da Salamone avuto avea; il quale gli disse: — Niun piú vero consiglio né migliore ti potea dare. Tu sai che tu non ami persona, e gli onori ed i servigi li quali tu fai, gli fai non per amore che tu ad alcun porti, ma per pompa. Ama adunque, come Salamon ti disse, e sarai amato. — Cosí adunque fu gastigata la ritrosa ed il giovane amando fu amato.
[X]
Donno Gianni ad istanza di compar Pietro fa lo ’ncantesimo per far diventar la moglie una cavalla; e quando viene ad appiccar la coda, compar Pietro, dicendo che non vi voleva coda, guasta tutto lo ’ncantamento.
Questa novella dalla reina detta diede un poco da mormorare alle donne e da ridere a’ giovani; ma poi che ristate furono, Dioneo cosí cominciò a parlare:
Leggiadre donne, infra molte bianche colombe aggiugne piú di bellezza un nero corvo che non farebbe un candido cigno: e cosí tra molti savi alcuna volta un men savio è atto non solamente a crescere splendore e bellezza alla loro maturitá, ma