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novella nona | 225 |
intendere, dico che è da concedere. Son naturalmente le femine tutte labili ed inchinevoli, e perciò, a correggere l’iniquitá di quelle che troppo fuori de’ termini posti loro si lasciano andare, si conviene il baston che le punisca, ed a sostentar la vertú dell’altre, ché trascorrer non si lascino, si conviene il bastone che le sostenga e che le spaventi. Ma lasciando ora stare il predicare, a quel venendo che di dire ho nell’animo, dico che
Essendo giá quasi per tutto il mondo l’altissima fama del miracoloso senno di Salamone discorsa per l’universo, ed il suo esser di quello liberalissimo mostratore a chiunque per esperienza ne voleva certezza, molti di diverse parti del mondo a lui per loro strettissimi ed ardui bisogni concorrevano per consiglio: e tra gli altri che a ciò andavano, si partí un giovane il cui nome fu Melisso, nobile e ricco molto, della cittá di Laiazzo, lá onde egli era e dove egli abitava. E verso Ierusalem cavalcando, avvenne che, uscendo d’Antiochia, con uno altro giovane chiamato Giosefo, il quale quel medesimo cammin teneva che faceva esso, cavalcò per alquanto spazio; e come costume è de’ camminanti, con lui cominciò ad entrare in ragionamenti. Avendo Melisso giá da Giosefo di sua condizione e donde fosse saputo, dove egli andasse e perché, il domandò; al quale Giosefo disse che a Salamone andava, per aver consiglio da lui che via tener dovesse con una sua moglie piú che altra femina ritrosa e perversa, la quale egli né con prieghi né con lusinghe né in alcuna altra guisa dalle sue ritrosie ritrar poteva. Ed appresso, lui similmente, donde fosse e dove andasse e perché, domandò; al quale Melisso rispose: — Io son di Laiazzo, e sí come tu hai una disgrazia, cosí n’ho io un’altra: io son ricco giovane e spendo il mio in metter tavola ed onorare i miei cittadini, ed è nuova e strana cosa a pensare che, per tutto questo, io non posso trovare uomo che ben mi voglia; e per ciò io vado dove tu vai, per aver consiglio come addivenir possa che io amato sia. — Camminarono adunque i due compagni insieme, ed in Ierusalem pervenuti, per introdotto d’un de’ baroni di Salamone, davanti da lui furon messi, al quale brievemente Melisso disse la sua bisogna; a cui Salamone rispose: — Ama. — E detto